Enel, sulle banchine del porto di Brindisi soprattutto automotive e agrifood

Enel, sulle banchine del porto di Brindisi soprattutto automotive e agrifood
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Lunedì 25 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:32

Entro la fine del 2023, le aree della costa di Brindisi affidate ad Enel Logistics e riconosciute dall’Agenzia delle dogane come Zona franca doganale interclusa all’interno della Zes Adriatica dovrebbero essere pronte per entrare in attività. Sempre se le previsioni di Enel rispetto all’iter autorizzativo dovessero rivelarsi esatte. Il primo passo, intanto, dopo il riconoscimento della Zfd, è la richiesta di revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale della centrale “Federico II” per modifica non sostanziale. Modifica che comprende, per la precisione, l’esclusione delle aree “Coe & Clerici” e “Deposito combustibili Brindisi Nord” - alle spalle di Costa Morena Est - dalle previsioni dell’Autorizzazione integrata ambientale. Richiesta inviata al ministero della Transizione ecologica e, per conoscenza, ad Ispra ed Arpa Puglia.

Le previsioni di Enel

“L’attuale scenario di transizione energetica - si legge nella relazione allegata alla richiesta di esclusione delle aree della Zfd - e di trasformazione complessiva dell’intero settore elettrico, che investe in primo luogo le centrali di generazione tradizionali, quali la centrale termoelettrica oggetto dell’Autorizzazione sopraindicata, costituisce il motore per la ricerca di soluzioni di riconversione, in un’ottica di economia circolare, basata sulla sostenibilità e valorizzazione del territorio, con particolare riferimento allo sviluppo di iniziative economiche e la conseguente creazione di posti di lavoro”. E proprio in questa ottica Enel spiega di avere candidato alcune aree a Zona franca doganale, affidandone la gestione - in locazione - ad Enel Logistics, società costituita nel luglio del 2020 e che ha come oggetto sociale le attività di logistica integrata e di operatore doganale. Richiesta che, come detto, è andata a buon fine alla fine dello scorso mese di febbraio. Allo stato attuale, spiega Enel, “è in corso la formalizzazione del contratto di locazione dalla società Enel Produzione Spa alla società Enel Logistics Srl delle suddette aree, al fine di consentire a quest’ultima di acquisirne la disponibilità per potervi svolgere il ruolo di gestore della Zfd e le attività doganali correlate”.

Le attività previste

Ma quali saranno queste attività? Già da qualche tempo, a dire il vero, le istituzioni locali chiedono ad Enel Logistics dettagli sui progetti, sulle attività e sull’orizzonte temporale per l’avvio delle operazioni all’interno delle aree riconosciute come Zona franca doganale. Qualche dettaglio in più, in questo senso, arriva proprio dalla documentazione allegata alla richiesta di “scorporo” dall’Aia vigente. Rispetto ai tempi, ad esempio, le previsioni sono differenti. La prima, ovvero la “Coe & Clerici”, dovrebbe essere pronta infatti per la fine di giugno del 2023. Per la seconda, ovvero il “Deposito combustibili Brindisi Nord”, si parla invece del 31 dicembre 2023. I tempi, chiarisce tuttavia Enel, sono “subordinati alla positiva conclusione di degli iter autorizzativi che saranno attivati al fine di portare a compimento il progetto di trasformazione”. La aree in questione, si legge ancora nella relazione, saranno utilizzate per “ricezione di merci, stoccaggio e deposito, movimentazione merci ed eventuali attività di trasformazione o perfezionamento. In prima ipotesi, nella prima fase di sviluppo si prevede la gestione di flussi Ro-Ro, con particolare riferimento al settore automotive, di merci del settore agrifood (anche refrigerate, in containers o in colli) e materie prime e semilavorati”.

Dunque, ad una prima fase di semplice ricezione e smistamento, secondo le intenzioni di Enel Logistics potrebbe seguirne una seconda nella quale la società si occuperebbe anche di trasformare le merci in entrata. Sempre, naturalmente, con tutti i vantaggi - fiscali e non solo - previsti dall’inserimento all’interno del perimetro della Zes e dal riconoscimento di Zona franca doganale.

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