«Abusi sul chierichetto»: condanna definitiva. La Cassazione: otto anni a don Caramia che finisce in carcere

«Abusi sul chierichetto»: condanna definitiva. La Cassazione: otto anni a don Caramia che finisce in carcere
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 8 Giugno 2023, 21:48

Condanna definitiva ad otto anni di reclusione con l’accusa di atti sessuali su minori per l’ex sacerdote Francesco Caramia, 48 anni, di Mesagne. L’ex parroco della chiesa San Giustino Jacobis del quartiere Bozzano di Brindisi oggi pomeriggio si è presentato spontaneamente in caserma per essere condotto in carcere, dopo che nella serata del giorno prima i giudici della terza sezione penale della Corte di Cassazione di Roma hanno rigettato l’appello presentato dagli avvocati difensori Giancarlo Camassa e Rosanna Saracino. 

La condanna 


Definitiva ed esecutiva la pena inflitta in primo grado il 28 settembre 2017 dai giudici della sezione unica penale del Tribunale di Brindisi (presidente Genantonio Chiarelli) e confermata il 10 novembre dell’anno scorso dalla Corte d’Appello di Lecce (presidente Ettore Nesti, a latere Giovanni Surdo ed Adele Ferraro). Confermate, dunque, anche le provvisionali stabilite per la vittima, aveva 8 anni all’epoca dei fatti, ed ai suoi paùmilirai costituitisi nel processo con l’avvocatessa Carmela Roma.
Avallato in via definitiva l’impianto accusatorio dell’inchiesta condotta dall’allora pubblico ministro della Procura di Brindisi, Milto de Nozza, con i carabinieri, sugli abusi subiti da un chierichetto di 8 anni fra il 2008 ed il 2009.

Un paio di volte alla settimana, sempre attorno alle 18-18.15, quelle volte che la parrocchia sarebbe rimasta deserta. Dopo il catechismo, richiamando - diceva questo il capo di imputazione - la citazione “per opera di Dio”.


Questi ed altri particolari il ragazzo li raccontò nell’incidente probatorio (ha valore della testimonianza in aula e viene ammesso quando c’è il pericolo che la prova vada persa) del 2016 disposto dal giudice per le indagini preliminari Maurizio Saso. La consulenza affidata a Monica Legittimo sostenne la sua attendibilità: «Normalmente orientato nel tempo e nello spazio, dotato di un ottimo livello intellettivo e buone funzioni cognitive». Ed ancora: «Capacità attentive e linguistiche adeguate alla sua età, buona capacità menemonica per quanto attiene alla sua storia personale recente e passata. Non si mostra suggestionabile, resistendo all’insidia delle domande guidanti ed al rischio di adesione all’autorevolezza dell’intervistatore».

La vittima 


Aveva 15 anni la vittima quando si sottopose all’esame delle parti utilizzato poi nel processo. Riferì che talvolta sarebbe riuscito a sottrarsi a quegli appuntamenti indesiderati trovando una scusa, ma che altre volte sarebbe stato costretto con le minacce. Minacce che sarebbero state usate anche per fargli tenere la bocca chiusa su quegli incontri: se ne avesse fatto cenno a qualcuno l’allora parroco avrebbe esercitato il suo “grande potere”, come pure sarebbe stato in grado di fare perdere il posto di lavoro al padre e di fare separare i genitori. La difesa in appello aveva chiesto di esaminare nuovamente la vittima, sostenendo che la sentenza di primo grado avesse fatto presente che nell’incidente probatorio gli furono poste troppe domande suggestive. Anche perché, fecero presente i difensori, oggi è una persona adulta. Istanza rigettata. 
Intanto Francesco Caramia ha dato le dimissioni dallo stato clericale, dopo la sospensione disposta con l’arresto del 15 giugno del 2016. Non era più sottoposto a misura cautelare, con la sentenza definitiva si è consegnato nelle mani della giustizia.

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