Bianco ricorda i finanzieri morti nel 2000: "Criminalità ancora ben presente"

Bianco ricorda i finanzieri morti nel 2000: "Criminalità ancora ben presente"
di Massimiliano IAIA
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Mercoledì 24 Febbraio 2016, 18:34 - Ultimo aggiornamento: 18:56
BRINDISI - C’era lui a capo del Viminale quando i due finanzieri Antonio Sottile e Alberto De Falco, la sera del 23 febbraio del 2000, morirono durante un inseguimento a una banda di contrabbandieri. «Sono passati 16 anni da quella sera, ricordo ancora con viva emozione il momento in cui ricevetti la notizia per comunicarmi la tremenda notizia». Fu in quell’istante che l’ex ministro dell’Interno Enzo Bianco - oggi sindaco di Catania - decise che lo Stato dovesse rispondere con un’azione forte e decisa, che si tradusse nell’operazione “Primavera”, la stessa che permise di sgominare i clan più importanti della criminalità organizzata locale. «Mettemmo in campo seimila uomini e i reparti migliori per contrastare la malavita. Il 3 gennaio sono stato ad Alberobello con il mio collega e amico Mauro D’Attis e il finanziere sopravvissuto, Edoardo Roscica, e insieme abbiamo ricordato con un groppo in gola quel periodo».
Nel giorno dell’anniversario, Brindisi si sveglia con l’ennesimo blitz: 27 arresti da cui emerge una criminalità “3.0”, numerosi giovani attratti dai modi e dalle attività della mala, non proprio il punto di partenza ideale per un territorio che deve dare una risposta concreta alle esigenze di legalità rivendicate dalla comunità.
Sindaco Bianco, qual è l’analisi che si può tracciare sulla criminalità del territorio, che si compone anche di nuove giovani leve?
«Sono sempre stato legato al territorio pugliese, non solo per le origini fasanesi di mio padre o per la cittadinanza onoraria ricevuta. Conosco bene il territorio, ricordo le estati trascorse da ragazzino a Savelletri o a Torre Canne, ed è sempre un colpo al cuore quando mi giungono notizie di episodi che avvengono per mano della malavita. Oggi il fenomeno sta cambiando, è vero, anche per la presenza di nuove leve, ed è per questo che non va abbassata la guardia».
Qual è, a suo modo di vedere, l’elemento diverso rispetto a vent’anni fa?
«Per esempio la tecnologia, che è diventata uno strumento per rendere ancora più pericolose le bande. Ricordo bene che già quindici anni fa c’era attenzione alla modernizzazione e all’utilizzo a fini criminali dei mezzi tecnologici. Si costruivano antenne radio per captare tutto, e persino i motoscafi avevano quel tipo di antenne. Non dimentichiamo inoltre che proprio il web rappresenta un importante mezzo di comunicazione anche per le organizzazioni criminali».
Cosa può fare lo Stato?
«Innanzitutto l’ennesimo blitz compiuto ieri rappresenta la conferma dell’ottimo lavoro svolto dalla magistratura brindisina sul fronte della repressione. Ma la polizia sta facendo passi da gigante anche dal punto di vista della prevenzione. Io stesso contribuii a trasformare la vecchia polizia postale in polizia delle comunicazioni».
In cosa, però, si deve migliorare?
«Sul fronte della prevenzione si può fare di più dal punto di vista della cooperazione internazionale, almeno a livello europeo».
La città sta attraversando un periodo molto delicato sul fronte delle istituzioni locali. Il governatore Michele Emiliano ha puntato il dito contro il rischio di infiltrazioni nella pubblica amministrazione.
«Emiliano ha fatto benissimo, condivido pienamente le sue affermazioni. Talvolta la criminalità organizzata riesce trovare il modo - a spese del territorio, ovviamente - anche nei palazzi del potere, ed è per questo che bisogna tenere elevato il livello di attenzione. I rappresentanti delle istituzioni locali devono avere massima intransigenza per evitare che il fenomeno possa prendere sempre più corpo a tutti i livelli».
Come reagisce il cittadino? Ha ancora fiducia nello Stato?
«Deve averla, e proprio la salvaguardia di questa fiducia deve essere il primo obiettivo di chi ha compiti istituzionali. In Puglia gli anticorpi ci sono, vanno tenuti attivi, e la fiducia del cittadino deve essere il faro di ogni amministratore».
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