Una pistola di calibro molto ridotto, probabilmente una calibro 22, avrebbe tolto la vita al 19enne Paolo Stasi lo scorso 9 novembre in via Occhibianchi a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. L’autopsia eseguita ooggi 19 novembre nell’obitorio del cimitero di via San Vito dei Normanni dal professor Raffaele Giorgetti, medico legale dell’Università delle Marche avrebbe stabilito alcuni punti chiave: il colpo mortale sarebbe stato esploso da distanza ravvicinata e dall’alto verso il basso. Il secondo sarebbe andato leggermente a vuoto. Nessuna traccia dei bossoli. Molto difficile che qualcuno abbia sparato con una pistola semiautomatica ma piuttosto con un'arma a tamburo o a gas (modificata).
Un altro tassello
Un tassello si aggiunge al puzzle su cui lavorano il pubblico ministero della Procura di Brindisi, Giuseppe De Nozza, ed i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Brindisi e della compagnia di Francavilla. Il 22, il piccolo calibro, non è un calibro abitualmente in uso alla criminalità che privilegia piuttosto il 7.65 ed il 9. È un calibro di un’arma in genere detenuta regolarmente da chi è appassionato del settore o va a sparare al tiro a segno. Qualcosa di poco più offensivo di una scacciacani se non viene usata a distanza ravvicinata, viene considerata dagli addetti ai lavori una pistola calibro 22. Va da se’ che gli investigatori si mettano ora sulle tracce di chi possiede un’arma di questo calibro a Francavilla e nel circondario.
La pista
Una pista è stata delineata. C'è un movente ed un sospettato. Il tipo di arma usata adesso potrebbe contribuire a stringere il cerchio attorno al sicario.
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