Asili nido, concessione ai privati: rischio rincari

Asili nido, concessione ai privati: rischio rincari
di Maria Chiara Criscuolo
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Martedì 11 Maggio 2021, 05:00

Il servizio nido d’infanzia a Brindisi sarà esternalizzato: questo è quanto deliberato dalla giunta nella seduta di mercoledì scorso. Obiettivo: contenere la spesa del personale e comunque non aggravarla ulteriormente in ossequio ai limiti previsti dalla legge. Il Comune di Brindisi è proprietario di quattro asili nido situati sul territorio: l’asilo nido via Modigliani, quello in via Benvenuto Cellini, quello al quartiere Santa Chiara e quello al rione Sant’Angelo. «Attualmente - si legge nell’atto amministrativo - le strutture sono gestite in regime misto, con le seguenti modalità: affidamento esterno della gestione mediante contratto di appalto di servizi; gestione diretta del Comune relativa al coordinamento pedagogico e ai servizi ausiliari, ivi compresi quelli relativi alla predisposizione e all’aggiornamento della graduatoria per le ammissioni e all’emissione delle rette a carico degli utenti». 

I vincoli di bilancio

L’amministrazione sottolinea come il «contesto socio-economico e le esigenze rappresentate dalle famiglie con necessità di servizi per la prima infanzia stiano progressivamente cambiando, con una sempre più accurata ricerca di un rapporto equilibrato tra offerta educativa e costo del servizio pubblico». Ecco dunque la decisione di procedere all’esternalizzazione del servizio con una lunga serie di motivazioni. Tra tutte, «il fatto che l’asilo nido non rientra nelle mansioni istituzionali spettanti in via ordinaria agli enti locali e l’impossibilità di gestire le risorse umane necessarie alla gestione e le spese di investimento a causa dei vincoli di bilancio». Il Comune ha dunque deciso di affidare in concessione ad una società o una cooperativa esterna capace di rispondere a quelle che sono le esigenze delle famiglie più velocemente di quanto adesso non possa fare l’amministrazione. «Attraverso la concessione del servizio di nido - si legge nella delibera - e degli immobili nel quale è svolto è possibile estendere l’offerta di servizi all’infanzia e all’istruzione, allo scopo di soddisfare ulteriori e mutevoli bisogni delle famiglie».

Gli obblighi e il rischio rincari

La società dovrà garantire la massima qualità del servizio, nell’ambito degli standard definiti dalla Regione e dai sistemi di accreditamento occorrenti, soddisfare le richieste dell’utenza e sviluppare pienamente le potenzialità del servizio assicurando inoltre la piena accessibilità ai servizi da parte di fasce sempre più ampie di popolazione. «Tale esternalizzazione genererà - conclude il Comune - una diminuzione sia delle entrate che delle spese, con beneficio per il bilancio comunale. In particolare si prevede una riduzione della spesa a carico del Comune relativa agli oneri diretti ed indiretti per il personale adibito al servizio educativo e alla gestione amministrativa e contabile degli asili nido, in particolare delle rette di frequenza e della successiva gestione dei solleciti e insoluti di pagamento: entrambi tali oneri sono infatti posti a carico del concessionario». Il rischio, però, è che le rette siano adattate ai prezzi di mercato e dunque aumentate con enormi disagi per quelle famiglie che ogni mese fanno i salti mortali per consentire ai propri figli di frequentare il nido.

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