Dalle zone con i maggiori flussi turistici, via Tenente Specchia e Piazza della Libertà, fino al mercato settimanale: bagni pubblici chiusi nella Città Bianca. Dopo le segnalazioni giunte da giorni da parte dei turisti e degli operatori commerciali, ieri proteste a Ostuni per la chiusura dei servizi igienici per le centinaia di persone che come di consuetudine hanno raggiunto il mercato del sabato e si sono ritrovate senza poter usufruire dei bagni. E così come accade anche in altre zone della città bar presi d’assalto da chi, in assenza di alternative è costretto ad utilizzare le toilette delle caffetterie.
Scaduta la proroga all'azienda
Il 18 settembre scorso è scaduta anche la proroga tecnica all’azienda che ha gestito il servizio per la custodia, il controllo e la pulizia nei sei bagni pubblici della Città Bianca: Corso Umberto, Palazzo Tanzarella in Via G. Tanzarella Vitale, Via Tenente Specchia, Scalinata Don Elio Antelmi, Mercato settimanale e Via Passatoio dei Giudei. Al momento non si è ancora conclusa la gara per assegnare l’appalto biennale: sei le aziende che hanno presentato l’offerta ed uffici del Comune che devono valutare offerta e documentazione. Intanto, però, è polemica per l’interruzione del servizio difronte ad un’alta presenza turistica a settembre, e poi per il sabato nell’area mercatale, ma anche per i lavoratori della vecchia cooperativa, al momento disoccupati. «La gestione commissariale si sta rilevando più dannosa di quanto si potesse immaginare. Tutti i bagni pubblici – attacca l’ex assessore al bilancio Angela Matarrese - sono chiusi con grave disagio per cittadini e turisti, in particolare per coloro che arrivano numerosi in pullman che, dopo aver parcheggiato in via Tenente Specchia, non possono usufruire dei servizi igienici che pure ci sono e sono in ottimo stato».
Le critiche
Critiche anche dai rappresentanti ostunesi di Fratelli d’Italia. «Ostuni è meta di turisti da tutto il mondo, il mese di settembre è un mese in cui le presenze turistiche sono ancora importanti ed è inaccettabile assistere all’incapacità, nonché indifferenza, da parte di chi ha un ruolo esecutivo nell’amministrazione della città, nel determinare e programmare la riapertura dei bagni pubblici».