Un'app per spacciare: la droga migliore era da “disco d'oro”

Un'app per spacciare: la droga migliore era da “disco d'oro”
di Michele IURLARO
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Martedì 18 Febbraio 2020, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 10:32
Alle volte, era da “disco d’oro”. Non si trattava certo di una canzone, quanto, secondo l’accusa, di droga. Marijuana di qualità elevata, acquistata all’ingrosso per poi essere rivenduta al dettaglio. Teatro del traffico, ma anche dell’operazione denominata appunto “Disco d’oro”, è San Pancrazio Salentino, provincia di Brindisi, dove si intrecciano i destini di due 26enni e un 24enne arrestati dai carabinieri della locale stazione e accusati dalla Procura di Brindisi di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Spaccio di cocaina via Messenger, arrestato un 25enne

A carico di D.A.V., originario di Avetrana ma residente a San Pancrazio, P.F., residente a Latiano, e M.A.M, di Erchie, l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Valerio Fracassi. Il trio ai domiciliari è oggetto delle indagini avviate dai militari alla fine di gennaio dello scorso anno. Il 31 di quel mese, i carabinieri avevano arrestato proprio D.A.V. per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Ovvero, quella marijuana che, via accertamenti, aveva permesso agli investigatori di risalire ai fornitori del giovane, smascherando quindi una piccola e presunta rete dedita alla vendita di droga.

Dalle indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Brindisi e dal sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro, si è arrivati alle ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari. In particolare, i tre facevano largo uso di app di messaggistica installate sui loro cellulari. Ed è proprio tramite app che comunicavano tra di loro, facendo ricorso, al fine di eludere i controlli, ad un particolare linguaggio codificato. La droga, così, diventava “cd”, compact disc da ordinare, acquistare e rivendere ai clienti, con appuntamenti fissati in posti e in paesi sempre diversi. Secondo gli investigatori, di particolare importanza è il ruolo di M.A.M., presunto e principale collegamento tra P.F., già arrestato nell’aprile 2019 dai carabinieri di Latiano per spaccio di cocaina, e D.A.V., per altro minacciato dai complici in seguito al mancato pagamento della droga.

Per recuperare il credito, questo l’avvertimento, sarebbero intervenute “persone pericolose”, più in alto di loro. Di più: al fine di “sfuggire” ad eventuali controlli telematici, gli indagati spesso cancellavano i propri messaggi audio e testo dopo l’ascolto da parte del destinatario. E questo, nonostante il particolare linguaggio in codice utilizzato. Quando la partita di stupefacente era di ottima qualità, gli indagati parlavano di “disco d’oro”, termine utilizzato come nome dell’operazione dei carabinieri. Eppure, per loro, niente hit parade.

Dopo le formalità di rito sbrigate in caserma, i tre arrestati sono stati riaccompagnati presso le loro abitazioni, in regime di domiciliari. In generale, la indagini, capaci di smantellare una rete di spacciatori operante tra le province di Brindisi e Taranto, hanno portato a 5 arresti, di cui due in flagranza e tre, appunto, via ordinanza, ma anche 7 denunce a piede libero. E poi la droga ritrovata. Nel dettaglio, 400 grammi di hashish e marijuana, 56 piante di cannabis e tre serre per la coltivazione dell’erba. Tutto finito sotto sequestro, per una pista, quella che porta all’originario approvvigionamento degli stupefacenti, che i militari continuano ad inseguire.
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