Antichi traffici di olio e vino, il mare "restituisce" i reperti

Antichi traffici di olio e vino, il mare "restituisce" i reperti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Maggio 2022, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:18

Dal paesaggio archeologico dei fondali della Baia dei Camerini, a Torre Santa Sabina (Brindisi), emergono testimonianze sulle rotte della commercializzazione in Salento di olio e vino in età antica, proveniente dall'Egeo e dalle coste dell'Anatolia. Le recenti ricerche dell'Università del Salento stanno portando alla luce una serie di reperti su quanto i fondali di questa zona dell'Adriatico custodiscono.

L'approdo di Torre Santa Sabina è un sito archeologico tra i più complessi e stratificati, con enormi potenzialità dal punto di vista delle conoscenze storico-archeologiche.

La nave più antica, di età tardoarcaica (fine VI - inizi V sec. a.C.) chiamata «TorreSantaSabina3», solcava rotte ionico-adriatiche e trasportava anfore e raffinati servizi da tavola. Ed anche questo è emerso nel corso delle attività svolte ormai da qualche mese in questo tratto del litorale brindisino. Nello strato più profondo della sabbia sono stati trovati in posizione capovolta, a causa del naufragio, crateri, brocche, coppe e tazze per mescere e bere il vino, mentre il carico principale era il contenuto delle anfore, destinate per la maggior parte al trasporto del vino e, in misura minore, dell'olio. Prodotti che provenivano da vari luoghi della Grecia e dell'Italia meridionale, «beni di lusso» molto richiesti anche dalle popolazioni che vivevano in Puglia durante l'Età arcaica, come i Messapi nel Salento. A questa complessa stratigrafia si può probabilmente aggiungere anche un altro carico proveniente dal Mediterraneo orientale (V-VI sec. d.C.).

A Porto Cesareo l'evento a giugno

Le ricerche che si stanno sviluppando a Torre Santa Sabina saranno oggetto di approfondimento dal 3 al 5 giugno, tra Lecce e Porto Cesareo, nel corso dell'evento finale di UnderwaterMuse - Immersive Underwater Museum experience for a wider inclusion, progetto che si occupa della promozione e della valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo sulle due sponde dell'Adriatico, attraverso la progettazione di parchi - sentieri archeologici sommersi e la creazione di soluzioni digitali innovative per la loro fruizione.

Nei tre giorni il Museo Castromediano di Lecce ospiterà il racconto dei risultati finali di questo innovativo progetto, il convegno «Stati generali della gestione dal basso del patrimonio subacqueo» - con la partecipazione di docenti universitari, addetti ai lavori, rappresentanti istituzionali da tutto il bacino del Mediterraneo - una mostra fotografica e l'esplorazione immersiva con visori 3D di relitti e reperti. Nella mattinata di sabato 4 giugno, inoltre, nell'area marina protetta di Porto Cesareo - Torre Chianca, i convegnisti saranno coinvolti in una visita snorkeling, una sperimentazione partecipata dei sentieri subacquei per conoscere i relitti delle Colonne e delle anfore Tripolitane fino alla necropoli sommersa. Potranno, inoltre, visitare la mostra archeologica all'interno di Torre Chianca e fruire con Oculus Quest, sistema progettato per la realtà virtuale, dell'app «La nave delle colonne di Porto Cesareo: il viaggio incompiuto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA