Brindisi, impatti su beni storici e archeologici: “no” della Soprintendenza alle pale a Sant'Apollinare

Un rendering della localizzazione scelta da Act Blade per il suo capannone
Un rendering della localizzazione scelta da Act Blade per il suo capannone
di Francesco RIBEZZO PICCININ
4 Minuti di Lettura
Venerdì 14 Ottobre 2022, 05:00

Il Comune di Brindisi non è stato l’unico a bocciare scelta di Sant'Apollinare voluta da Act Blade per realizzare i propri capannoni produttivi. Anche il ministero della Cultura, ed in particolare la Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti ed il paesaggio per le province di Brindisi e Lecce ha espresso infatti, appena 24 ore dopo il municipio, “valutazione non favorevole”.

L'iter autorizzativo

A seguito dell’analisi di tutta la documentazione prodotta dall’azienda, si legge infatti nella valutazione di competenza, “è emerso che il progetto contempla interventi che intaccheranno notevolmente il sottosuolo per la realizzazione, ad esempio, di un sistema di trattamento dei reflui che prevede la posa in opera di una vasca settica attestata alla profondità di circa 2 metri, oltre alle relative canalizzazioni e ai sistemi di raccolta delle acque meteoriche”. Il progetto, evidenzia inoltre la Soprintendenza, è sprovvisto della carta del rischio archeologico.
Assodato che sull’area scelta non insistono vincoli di questo tipo, nel parere si evidenzia comunque la vicinanza dell’area prescelta “con importanti testimonianze di età protostorica e romana quali l'abitato dell’età del Bronzo di Punta Le Terrare” oltre alle “terme romane di Sant’Apollinare verosimilmente riferibili ad una residenza suburbana, indiziate dal rinvenimento di alcune strutture, e a cui potrebbero riferirsi anche un pavimento a mosaico e frammenti di materiale architettonico e statuario”. In particolare, ricorda la Soprintendenza, l’area interessata dal progetto “è incastonata tra due straordinarie emergenze culturali, il sito archeologico di Punta Le Terrare a est e lo Stabilimento Montecatini a sud, entrambe oggetto di recenti e tuttora in corso attività di tutela, recupero e valorizzazione. Le suddette emergenze sono entrambe state recepite e mappate nel vigente Pptr, che ha definito un’area di rispetto delle stesse cui si riferiscono le relative norme di piano”.

I vincoli

Il sito prescelto, dunque, oltre che con la componente “Territori costieri” del Pptr, interferisce anche con altre componenti culturali ed insediative tutelate nell’ambito del Piano paesaggistico territoriale regionale. Componenti per le quali è preclusa dallo stesso Pptr la possibilità di “realizzazione di nuove costruzioni, impianti e, in genere, opere di qualsiasi specie, anche se di carattere provvisorio”. E proprio in quest’ultimo campo ricade il progetto di Act Blade, che prevedeva di realizzare un capannone tensostatico removibile, in attesa di potersi trasferire all’interno della Zona franca doganale di Enel Logistics, ad un paio di chilometri al massimo in linea d’aria. Le “criticità individuate” sono dunque diverse. A partire dalla “stretta interrelazione visuale delle opere di progetto con aree di grande valenza culturale tutelate” (in particolare Punta delle Terrare e capannone ex Montecatini); “delle visuali che verso tale sito, ad oggi libero, si hanno da numerosi punti di vista privilegiati citati in narrativa in stretto rapporto di intervisibilità con lo stesso”, come Forte a Mare, Monumento al marinaio e perfino la Casa del turista, “dai quali il profilo delle due tensostrutture e le ulteriori opere di progetto connesse sarebbero oltremodo visibile e contribuirebbero ad alterare notevolmente lo skyline consolidato”; della presenza del sito archeologico di Punta delle Terrare e del capannone ex Montecatini, “tutelati con provvedimento diretto e pertanto sottoposti alle disposizioni del Codice, in virtù della quale si ritiene che le opere di progetto potrebbero inoltre contribuire a sminuire i valori dei beni tutelati, inficiando le attività di recupero, tutela e valorizzazione ad oggi in atto”.

Per tutto questo, la Soprintendenza “esprime valutazione non favorevole alla realizzazione del previsto intervento”. Qualora il procedimento si chiuda, comunque, in maniera favorevole, “dovrà essere previsto, a scopo cautelativo e per evitare danneggiamenti a stratigrafie o strutture di interesse archeologico eventualmente ancora conservate nel sottosuolo, il controllo archeologico continuativo in corso d’opera”.

In cerca di un'alternativa

Proprio per provare a trovare un accordo su un sito alternativo, lunedì la società incontrerà a Bari il commissario Zes Manlio Guadagnuolo ed il presidente del consorzio Asi di Brindisi Vittorio Rina. Tra le possibilità che saranno proposte ad Act Blade ci saranno anche i capannoni ex Leucci, sempre all’interno della Zona economica speciale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA