La Crap (Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica) attualmente risulta tra le strutture accreditate dalla regione Puglia: gli investigatori, dopo aver acquisito i primi elementi, hanno chiesto l’immediata revoca dell’accreditamento agli uffici dell’assessorato alla Sanità.
Gravi infatti le responsabilità - secondo le forze dell’ordine - che emergerebbero da questa prima parte dell’inchiesta: lavoratori in nero o sottopagati, con oltre 260mila euro di soldi destinati al personale, utilizzati invece per altri scopi; costi sostenuti, poi, per oltre 140mila euro, che non sarebbero stati possibile portare in deduzione fiscale, e che invece, attraverso alcuni artifici amministrativi, riuscivano a rientrare tra le spese deducibili.
Un possibile danno erariale, così, superiore a 400mila euro.
L'attività d'indagine è finalizzata, così, al recupero di una spesa sanitaria di oltre 700mila euro annue: somma di cui beneficia il centro brindisino, attualmente accreditato alla Regione. Diversi sarebbero stati i lavoratori in nero, scoperti durante un controllo; altri otto, invece, risulterebbero non inquadrati dal punto di vista contrattuale rispetto alle loro effettive mansioni svolte per il consorzio. Dai primi accertamenti 265mila euro, le somme che dal 2011 ad oggi, previste dalla legge per i contratti dei dipendenti, e che invece sono state riversate dalla struttura, per altri fini. La clinica attualmente ospita oltre 10 pazienti: oltre a persone affette da problemi di natura psichiatrica, vengono anche curati casi di tossicodipendenza. La fase istruttoria delle indagini è ancora in corso.