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Lucio Battisti, il "rivoluzionario" della canzone italiana

Lucio Battisti
Lucio Battisti
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Sabato 5 Marzo 2016, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 18:52
Per una curiosa coincidenza Battisti è nato un solo giorno dopo Dalla, ovvero il 5 marzo 1943. E così l’altro grandissimo Lucio avrebbe compiuto anche lui oggi 73 anni. Uno dei suoi tantissimi meriti è stato quello di aver saputo rivoluzionare la canzone italiana, procedendo ad una originalissima sintesi tra la musica anglo-americana e la naturale vena melodica del nostro paese.   Aveva iniziato la sua carriera di musicista nel 1959, suonando la chitarra con un gruppo di coetanei che si era dato come nome i Satiri.  Entrò poi a far parte del gruppo dei Campioni, con i quali incise nel ’65 il suo “primo” 45 giri come chitarrista. E nell’estate di quello stesso anno iniziò la sua carriera artistica come autore: “Se rimani con me”, che segnò anche l’inizio di una lunga collaborazione musicale con i Dik Dik, venne pubblicata in una compilation estiva intitolata “Canzoni sulla spiaggia”.. Da qui in poi è storia nota, a partire dall’incontro con Giulio Rapetti, classe 1936, meglio noto con lo pseudonimo di Mogol, ispirato, si dice, dalla dinastia mongola che regnò in Asia dal  1800 al 1.500 a.c. Il loro fu un sodalizio che ha dato, sottolinea il critico Felice Liperi, risultati memorabili non solo sul piano musicale ma anche poetico, fino a rendere complicato capire se quei testi erano l’interpretazione degli stati d’animo di Battisti o riflessioni esistenziali di Mogol suggerite dalla musica di Battisti.
E oggi lo ricordiamo proprio con un capolavoro della coppia Battisti Mogol ed una delle più suggestive composizioni della storia della nostra canzone, “Emozioni”, del 1970.
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Come ricorda il critico Luciano Ceri, l'atmosfera della canzone è fondamentalmente creata dalle due chitarre acustiche che reggono fin dall'inizio (con un memorabile riff d'apertura suonato dallo stesso Battisti) l’impalcatura armonica del pezzo, insieme al suggestivo arrangiamento d'archi di Reverberi, capace di sottolineare con una felicissima scrittura gli stati d’animo del protagonista, un uomo alle prese con uno dei momenti di perfetta solitudine esistenziale, quei momenti nei quali ognuno di noi ama rimanere da solo con i propri pensieri a ragionare sul senso del proprio essere al mondo. All'interno di questo ambiente sonoro, riflessivo e al tempo stesso evanescente, l’interpretazione di Battisti si muove quasi in un sussurro, senza allontanarsi troppo da un tono di assorta contemplazione, aiutata perfettamente in questo dalla liricità del testo di Mogol. «Emozioni l'ho scritta subito dopo il viaggio a cavallo Milano Roma – disse lo stesso Battisti - e vi ho messo quella tensione intima, quei passaggi bruschi sospesi in aria, per esprimere meglio il senso di scoperta, di stupore e di libertà che provammo io e Mogol avventurandoci per prati, colline e fiumi, come se vedessimo la natura per la prima volta»…
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