Giorgio Ursicino
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di Giorgio Ursicino

Dakar 2023 al via, Audi nel futuro: trionfare nel deserto con un'auto elettrica

L'Audi RS Q e-tron E2 in prova nel deserto del Marocco
L'Audi RS Q e-tron E2 in prova nel deserto del Marocco
di Giorgio Ursicino
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Sabato 10 Dicembre 2022, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 17:56

Come Le Mans, una corsa favolosa che dura un anno intero. Appena conclusa l’edizione 2022 della mitica Dakar, gli ingegneri di Audi Sport sono tornati in tutta fretta in Baviera. Poteva sembrare che, come in Formula 1, avessero un altro gran premio il weekend successivo. Invece, l’appuntamento che conta era per l’ultimo giorno di dicembre, quasi 350 giorni dopo. Ma la clessidra era già stata capovolta. Nemmeno un secondo si poteva perdere per realizzare un nuovo prototipo che tenesse conto di tutte le esperienze accumulate nella gara d’esordio con l’astronave RS Q e-tron che ancora non aveva festeggiato nemmeno sei mesi vita. Gli ingegneri erano concentrati al massimo per modellare l’erede dell’elettrica “range extender” più famosa del pianeta. Ben consapevoli che, anche nel motorsport, la ricetta di Ingolstadt “all’avanguardia della tecnica” sarebbe stata per l’ennesima volta vincente.

Lo squadrone diretto dall’“africano” Sven Quandt, intanto, aveva puntato di nuovo verso il Golfo. Poco più di un mese dopo l’arrivo a Jeddah sulle sponde del Mar Rosso, Stéphane Peterhansel, con lo stesso bolide debuttante, andava a vincere l’Abu Dhabi Desert Challenge seconda tappa del FIA Rally-Raid Championship. Per l’asso del deserto, che ha dominato 14 volte la regina delle maratone in tre continenti diversi, era l’ottavo trionfo nella gara degli Emirati. Il cinquantaseienne giovanotto francese aveva la meglio sul fresco vincitore della Dakar, Nasser Al-Attiyah, e su Sebastien Loeb, leggenda vivente dei rally che, fra i due raid, si è andato ad acchiappare il suo ottavo Montecarlo (dalla sabbia alla neve...). Per Stéphane una bella soddisfazione dare mezz’ora di distacco al più vicino rivale dopo oltre 1.800 chilometri di sassi e polvere.

Per i vertici dei Quattro Anelli, invece, la prova provata che la geniale intuizione con cui hanno deciso di sfidare l’avventura era senz’altro azzeccata. E destinata a rivoluzionare le corse almeno in fuoristrada. Una scelta di coraggio più che d’incoscienza.

La belva silenziosa lascia senza fiato. È in grado di affrontare le dune più ripide in assoluto silenzio, potendo contare sulla spinta vigorosa della trazione “quattro” elettrica che offre tanta forza appena si sfiora l’acceleratore. Il lavoro è proseguito senza pause. Sul calare dell’estate, in piena tabella di marcia, dal Competence Center Audi Motorsport di Neuburg an der Donau usciva la generazione E2 (come ai tempi del dominio nei rally negli anni Ottanta) della RS Q e-tron. In pratica un’auto tutta nuova che migliora i pochi punti deboli della progenitrice.

Il programma di test e di collaudi era poderoso anche se non si trattava più di un salto nel buio come quello di dodici mesi prima, sostenuti solo dalla creatività dei tecnici del brand e dalle meraviglie della mobilità ad elettroni. L’asse Germania-Marocco si fa caldo, il deserto ai piedi della catena dell’Atlante diventa il giardino di casa per la signora bavarese. Al volante delle vetture già omologate per la Dakar 2023 si sono alternati i tre moschettieri, il dream team più fantastico che abbia mai preso parte ad un raid: Stéphane Peterhansel, Carlos Sainz senior e Mattias Ekstrom. Quest’ultimo, che ha 44 anni e una carriera di fenomeno alla spalle, è considerato il baby del gruppo tanto importante è l’esperienza nel nulla assoluto del deserto.

Dopo i blitz ai margini del Sahara per verificare che tutto fosse a posto e che le migliorie garantissero i vantaggi ipotizzati, le tre range extender hanno preso parte fuori classifica ad una gara vera, il Rally del Marocco. Dall’1 al 6 ottobre hanno coperto a ritmi da competizione 2.319 chilometri, 1.583 dei quali di prove cronometrate. I tempi sono top secret, ma la soddisfazione degli uomini del team e, sopratutto, dei piloti rappresentano una garanzia. Sono stati curati anche i minimi dettagli e Mattias ha svelato che Carlos e Stephane hanno lavorato per perfezionare l’assetto. Questa volta nulla è stato lasciato al caso.

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