Progettano di rapire imprenditore e chiedere riscatto: sequestro di persona sventato dalla polizia. Sette arresti/I nomi

La banda avrebbe realizzato almeno altri due sequestri

Progettano di rapire imprenditore e chiedere riscatto: sequestro di persona sventato dalla polizia. Sette arresti/I nomi
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Giovedì 26 Gennaio 2023, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 16:46

Un sequestro di persona a scopo di estorsione è stato sventato dalla polizia che sta arrestando, in queste ore, sette persone nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani ed in altri comuni pugliesi. Gli arresti, in carcere e ai domiciliari, sono eseguiti sulla base di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Le accuse sono di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dal metodo mafioso.

I nomi

Misura cautelare in carcere nei confronti di Amerigo Elia detto Rino (57 anni), Giuseppe Lapenna (49), Luigi Pistillo detto Gino (39), Savino Gorgoglione (37), Paolo Antolino (51), Giovanni Matarrese (55) e Vincenzo Zicchillo (26) per i reati di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dall'aver commesso il fatto con «metodo mafioso»

Il piano del rapimento

Avevano progettato di rapire un imprenditore facoltoso del nord barese, precisamente di Barletta, a scopo di estorsione programmando l'azione per il 25 febbraio 2022 ma gli inquirenti li tenevano sotto osservazione e hanno fatto in modo in primo luogo di impedirlo mediante alcune perquisizioni a carico di alcuni dei presunti responsabili.

Così la banda, pensando di non essere stata scoperta, avrebbe solo rinviato la data progettando il sequestro di persona per il 22 aprile. Ma anche in quel caso la Polizia di Stato di Bari e della Bat ha fatto in modo di proteggere sia l'imprenditore all'uscita dall'azienda, sia l'abitazione della moglie e della figlia dove, secondo quanto rilevato nelle indagini, i rapitori erano intenzionati a recarsi per appropriarsi con la forza di denaro e gioielli in cambio della successiva liberazione della vittima.

Gli arresti

È quanto si è appreso durante la conferenza stampa tenuta poco fa dal procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, dal procuratore aggiunto e coordinatore della Direzione Distrettuale antimafia Francesco Giannella e dal sostituto procuratore che ha condotto le indagini Jolanda Chimenti. Questa mattina sette persone sono state arrestate (con ordinanze cautelari sia in carcere che ai domiciliari emesse dal gip del tribunale del capoluogo pugliese) ad Andria, Barletta ed in altri comuni della Regione, su disposizione della Dda di Bari, poiché ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dall'aver commesso il fatto con metodo mafioso. All'inizio i poliziotti non conoscevano l'identità della vittima. Così furono effettuate alcune perquisizioni a carico di alcuni dei presunti componenti per cercare in ogni caso di bloccare l'azione. Ciò nonostante, la banda decise di proseguire nell'organizzazione del rapimento. Grazie alle indagini e alle intercettazioni la Polizia è riuscita a identificare l'imprenditore e a conoscere la data precisa del giorno dell'azione. Il 22 aprile in azienda c'era la polizia a proteggere la vittima mentre altri agenti erano in casa dove si trovavano moglie e figlia.

«Un dispositivo massiccio ma invisibile», come è stato definito dagli investigatori, mirato a proteggere le vittime ma anche ad acciuffare i responsabili. A un certo punto dall'azienda uscì la vettura dell'imprenditore ma a bordo c'era un dirigente della Polizia di Stato. In quel momento vennero fermate due persone all'esterno. Nella loro auto furono trovati lo scotch e una corda che, anche secondo quanto rilevato dalle intercettazioni, dovevano servire per il sequestro. Avrebbe dovuto trattarsi di un rapimento 'lampò a scopo di estorsione. Le indagini successive hanno portato ai sette arresti di questa mattina. Si tratta di un fenomeno che secondo gli investigatori sarebbe diffuso nel nord barese. A ottobre del 2021 il figlio di un facoltoso imprenditore andriese era stato sequestrato e poi liberato. Un tentato rapimento è avvenuto anche a novembre del 2021.  

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