Sentenza Bari: moschea Andria era base jihadisti. Da intercettazioni emerge odio antisemitico per l'occidente

Sentenza Bari: moschea Andria era base jihadisti. Da intercettazioni emerge odio antisemitico per l'occidente
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 18:46
BARI, 3 FEB - Ad Andria c'era la base logistica di un gruppo di aspiranti jihadisti. Lo spiegano i giudici della Corte di Assise di Appello di Bari nelle motivazioni della sentenza con cui, nell'ottobre scorso, hanno confermato cinque condanne nei confronti di altrettanti cittadini di origini tunisine imputati di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo internazionale di matrice islamica. Le pene inflitte sono a 5 anni e 2 mesi di reclusione per l'ex imam di Andria Hosni Hachemi Ben Hassem; 3 anni e 4 mesi per Hammami Mohsen, Ifauoi Nour, Khairredine Romdhane Ben Chedli, e 2 anni e 8 mesi per Chamari Hamdi. «Le reti di estrazione estremistica islamica avevano costituito sul territorio delle strutture di sostegno - scrivono i giudici - che avevano principalmente il compito di procurare falsi documenti di identità validi per tutta l'area Shengen, di fornire materiale di interesse logistico, di reperire fondi e di fornire aiuto ai 'fratelli' ricercati dalle varie autorità giudiziarie».

Le indagini dei Carabinieri del Ros di Bari, coordinate dalla Dda, hanno consentito di accertare l'esistenza, ad Andria, di due «strutture logistiche dove avveniva l'attività di indottrinamento e di addestramento finalizzata al reclutamento di aspiranti martiri»: un call center ritenuto «luogo di proselitismo estremista e di collegamento ideologico con i gruppi jihadisti operanti nelle varie zone del mondo, nonché di apprendimento delle tecniche di addestramento e di uso delle armi», e la moschea che «non era semplicemente un luogo di preghiera, ma un vero e proprio centro di indottrinamento e rifugio per gli appartenenti al gruppo, quasi tutti clandestini». I giudici hanno riconosciuto, quindi, la «presenza ad Andria di un gruppo religioso capeggiato dall'imputato Hosni Hachemi Ben Hassen, Imam della locale moschea e risultato pienamente aderente alla causa promossa da Al Qaeda. Di detto gruppo erano risultati far parte diversi militanti jihadisti che da contesti di emarginazione sociale erano stati progressivamente condotti, attraverso un processo di radicalizzazione, sino alla prassi terroristica».

A sostegno dell'ipotesi accusatoria condivisa dal Tribunale ci sono intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e video, oltre a dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Secondo la magistratura barese e i giudici della Corte di Assise di Appello, questa indagine dimostrerebbe che «l'area barese e foggiana (notoriamente popolata da folte comunità di immigrati, sita a ridosso dei Balcani e, perciò, in posizione di apertura verso l'Oriente ed il Nord Africa) era risultata essere tra le zone più sensibili e, cioè, a rischio di diffusione del fenomeno terroristico». Nel ricostruire l'attività di proselitismo all'interno della moschea e del call center, i giudici ricordano momenti di «visione e commento in comune di filmati, sermoni, appelli e documenti scaricati da internet» con «scene di esecuzione di massa, indicazioni per la realizzazione di atti terroristici, preparazione e uso di armi ed esplosivi, istruzioni su come raggiungere i luoghi di combattimento in modo sicuro e su come inviare messaggi criptati in rete».

I componenti del gruppo di Andria sarebbero stati quindi «fautori della jihad globale, un modello di terrorismo diffuso da realizzare attraverso atti di violenza commessi da singoli individui». Che fossero disponibili alla «guerra contro gli infedeli» lo si evincerebbe dal contenuto di alcune intercettazioni in cui dicono «il gruppo è pronto», e ancora «possa Dio sparpagliare i nostri corpi per la sua causa... voglio che le mie carni vadano in pezzi», «è arrivato il tempo di prendere il fucile e di lasciare la borsa diplomatica». Nell'ambito di questo procedimento è emerso, inoltre, un forte odio antisemitico e in generale per l'occidente. «I bambini devono capire che devono odiare gli ebrei...ha fatto bene a bruciarli» dicono riferendosi allo sterminio nazista, «Dio ci protegga da questo paese...perché questi italiani sono bastardi» e, commentando il terremoto in Abruzzo dell'aprile 2009: «Dio è grande e tante chiese sono state distrutte», «il terremoto li ha puniti per la lussuria». (ANSA).
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