Guerra tra clan, omicidio del cugino del capo: arrestate tre persone dopo tre anni

Guerra tra clan, omicidio del cugino del capo: arrestate tre persone dopo tre anni
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 12:43

Tre persone ritenute responsabili dell'omicidio del pregiudicato Giuseppe Lafranceschina ucciso nel 2020 a Trinitapoli (Bat) sono state arrestate dai carabinieri, in esecuzione di un'ordinanza del gip di Foggia, con le accuse di concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso, porto illegale di armi da fuoco con matricola abrasa e ricettazione. Due di loro sono anche accusati di violenza privata aggravata dal metodo mafioso.

Ucciso con la mitragliatrice

La mattina del 3 giugno il pregiudicato Lafranceschina, cugino di Giuseppe Gallone, ritenuto a capo del clan Carbone-Gallone, era in sella al proprio scooter elettrico quando venne raggiunto da una raffica di proiettili esplosi con una mitragliatrice modello «Skorpion» e un revolver calibro 38.

La guerra tra clan

Per chi indaga l'omicidio è da inquadrare nell'ambito della guerra tra i clan Carbone-Gallone e De Rosa-Buonarota, per assicurarsi il controllo del territorio e delle relative attività illecite, principalmente spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsioni, a Trinitapoli e nei comuni limitrofi.

La svolta grazie a un testimone

«Ho visto una Giulietta di colore rosso con a bordo tre persone.

Al lato destro passeggeri vi era uno con la mitraglietta che ha fatto fuoco verso Giuseppe e un'altra persona seduta dietro, anche lui con una mitraglietta, che faceva fuoco in direzione Giuseppe». Sono le deposizioni di un testimone oculare che il 3 giugno del 2020 ha assistito all'omicidio di Giuseppe Lafranceschina. Grazie alle sue dichiarazioni i carabinieri sono riusciti a individuare e arrestare i tre presunti responsabili. Si tratta di Salvatore Montanaro, 52 anni; e dei fratelli romeni Corduneanu Simon Liviu, 26 anni, e Stefan, 24 annni. Tutti sono accusati di concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso, porto illegale di armi da fuoco con matricola abrasa, ricettazione. Due dei tre sono anche accusati di violenza privata aggravata dal metodo mafioso. Il racconto del testimone è molto dettagliato: «La persona seduta dietro ha sparato due colpi, mentre quella seduta avanti ha sparato un solo colpo. Tutti e tre indossavano il passamontagna». A quanto si apprende, Montanaro era alla guida di un veicolo risultato rubato, Simon Liviu era seduto davanti e Stefan sui sedili posteriori.

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