Concorso Asl Bat, domande e risposte uguali: in 12 chiedono l'annullamento della prova

Un concorso
Un concorso
di Andrea TAFURO
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Lunedì 25 Luglio 2022, 20:47 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:23

Parte da Lecce il primo ricorso per l’annullamento dell’intera prova d’esame del concorso regionale per 160 collaboratori amministrativi bandito dall’Asl Bat. Dopo il caso delle due domande e risposta uguali, presenti nel quiz da 40 quesiti per la prova d’esame del 7 luglio scorso, con la sessione prima convalidata e poi annullata a distanza 6 giorni tra le polemiche, dodici concorrenti, assistiti dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani, hanno presentato istanza alla direzione generale dell’Asl Bat, per chiedere l’annullamento in autotutela delle prove espletate con conseguente riedizione delle stesse. Una mossa, in parte preannunciata nelle polemiche seguite nell’immediatezza alla chiusura della prova, che anticipa di fatto la riconvocazione al 28 luglio prossimo, dei concorrenti della seduta del 7 luglio scorso, per la ripetizione della prova. 

I fatti 


I fatti. Le prove di selezione del concorso regionale, svolte nei padiglioni della Fiera di Foggia, hanno avuto inizio lo scorso 4 luglio con la convocazione del primo gruppo di circa mille candidati. Sette le sessioni in programma sino all’ultima fissata al 7 luglio. La predisposizione delle domande (quiz a risposta multipla) è stata affidata ad una ditta esterna alla pubblica amministrazione che ha anche fornito i tablet per espletare la prova. Durante l’esame, un candidato in ogni sessione ha proceduto a selezionare una delle tre buste contenenti le batterie di test e quella prescelta veniva caricata nell’immediato sul dispositivo elettronico messo a disposizione su ogni postazione per turno d’esame.

Così anche il 7 luglio. Nell’ultima sessione del pomeriggio però, la busta scelta conteneva tra 40 domande due identiche. Ad accorgersi dell’errore un candidato che lo ha segnalato alla Commissione. Tuttavia – secondo una ricostruzione dei partecipanti – in assenza di uno stop, la prova si è svolta normalmente con i candidati che al termine hanno lasciato la sala. 

La commissione ha ricostruito il caso 


Nelle ore seguenti la commissione presieduta da Ivan Viggiano, direttore amministrativo della Asl BT, ha ricostruito il caso con una nota pubblicata sul sito aziendale sezione concorsi. «Nell’elaborazione dei quesiti – si legge - che ha comportato la somministrazione di due domande aventi il medesimo contenuto sui quaranta complessivi, la prova odierna si ritiene conclusa e valutata in ragione dei 39 quesiti ritenuti validi. Pertanto il punteggio attribuito a ciascuna risposta viene riparametrizzato in ragione dei 39 quesiti validi in luogo dei 40, tanto per le risposte esatte quanto per le risposte errate. Per il principio di conservazione degli atti amministrativi, la prova odierna si considera correttamente espletata». Caso che sembrava chiuso, ed invece si è riaperto il 13 luglio, a distanza di 6 giorni dal test, con una nuova nota della Commissione esaminatrice a rettifica della prima decisione, che ha riconvocato i candidati della sessione, alle ore 10 del 28 luglio prossimo per ripetere il test “al fine di garantire pari condizioni ed equità di trattamento tra tutti i candidati partecipanti al concorso».

In 12 hanno deciso di passare ai fatti 

Prova annullata quindi e test da rifarsi tra le polemiche dei partecipanti. Ora però 12 partecipanti hanno deciso di passare ai fatti presentando appello per l’annullamento e la riedizione di tutte le prove “per eliminare in radice i vizi”. Tra le motivazioni elencate dallo studio legale Sticchi Damiani nel ricorso viene segnalato il mancato rispetto -  a detta dei ricorrenti – della preparazione della prima prova della procedura concorsuale, affidata a società esterna alla Pubblica amministrazione, l’errata o dubbia formulazione dei quesiti, la somministrazione di domande esulanti le materie d’esame indicate nell’avviso e quanto poi accaduto nella sessione pomeridiana del 7 luglio con la somministrazione dei 2 quesiti identici. «È di palmare evidenza dunque, che se invece, nel caso di specie, la commissione avesse predisposto direttamente le prove, o quantomeno, avesse preventivamente vagliato quelle predisposte da terzi – si legge nel ricorso – prima che venissero sottoposte in sede d’esame, di certo non si sarebbero irreversibilmente verificati i succitati profili di illegittimità».

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