Sentenze pilotate in cambio di denaro e regali, il giorno della verità per l'ex pm Savasta

Sentenze pilotate in cambio di denaro e regali, il giorno della verità per l'ex pm Savasta
di Roberta GRASSI
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Giovedì 9 Luglio 2020, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 09:17
Arriva il giorno della verità per l'ex pm di Trani Antonio Savasta: è infatti prevista per oggi la sentenza del processo con rito abbreviato che giunge a conclusione al Tribunale di Lecce. La procura ha richiesto pene fino a 10 anni e otto mesi di reclusione, proprio la più alta per il magistrato che, secondo l'accusa, avrebbe fatto parte di un sistema di sentenze pilotate in cambio di vantaggi personali, utilità in forma di danaro o altro genere di benefici. Oltre a Savasta è imputato nello stesso troncone anche il collega Luigi Scimè.

Hanno invece scelto di essere giudicati con rito ordinario l'ex gip Michele Nardi e altri coimputati, tra cui anche l'ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro (entrambi di recente posti ai domiciliari dopo un lungo periodo di detenzione in carcere). Le altre pene invocate dall'accusa, al termine della requisitoria sempre nel medesimo filone, sono le seguenti: 4 anni e 4 mesi per Scimè, 4 anni per l'immobiliarista Luigi D'Agostino, 3 anni per l'avvocato Ruggiero Sfrecola e 2 anni e 8 mesi per l'avvocato Giacomo Ragno.

Savasta, insieme a Nardi e ad alcuni altri imputati coinvolti, risponde di associazione per delinquere finalizzata a compiere reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro l'autorità giudiziaria. In particolare la corruzione in atti giudiziari, il falso ideologico, calunnie, falsa testimonianza.

Lo scopo sarebbe stato quello di acquisire guadagni illeciti da imprenditori coinvolti in vicende giudiziarie, manipolando i meccanismi dei processi e delle indagini preliminari, talvolta già farraginosi. Savasta è accusato anche di aver fatto filtrare notizie sull'esistenza di inchieste presso la procura di Trani. Le indagini sono state condotte dal pm Roberta Licci e dal procuratore di Lecce Leonardo Leone De Castris. Il principale accusatore dei due togati (Savasta, difeso dall'avvocato Massimo Manfreda si è dimesso dalla magistratura), è l'imprenditore di Corato, Flavio D'Introno che riveste anche il ruolo di corruttore.

Gli episodi contestati sono diversi. Si parla di regali costosi fatti a Nardi tra cui un viaggio a Dubai da 10mila euro, la ristrutturazione della casa romana per 130mila euro e la costruzione della villa di Trani per 600mila euro. Poi ancora mazzette da 600mila euro pagate a Savasta, oltre a cene e doni di vario genere. Al momento dell'arresto, che risale al gennaio 2019, Savasta e Nardi erano in servizio al Tribunale di Roma. I due magistrati sono anche accusati di aver promesso denaro all'imprenditore, consigliandogli di non rivelare il sistema di cui aveva fatto parte. Gli avrebbero anche proposto di fuggire all'estero.

Fra gli imputati figurano anche l'avvocato Giacomo Ragno, che avrebbe procacciato un testimone compiacente, incaricato di rendere false dichiarazioni nell'ambito di un procedimento penale, e il collega Ruggero Sfrecola che, stando alle formulazioni della procura di Lecce, sarebbe pure stato asservito al sistema: avrebbe fatto da tramite tra Savasta e l'immobiliarista toscano Luigi D'Agostino, in grado di garantire versamenti di soldi oltre che un incontro eccellente in quel di Roma in cambio di una certa indulgenza in sede penale.

Oggi è prevista l'udienza finale. Sono annunciate repliche da parte dei pm, dopodiché il gup, Cinzia Vergine, andrà in camera di consiglio per la decisione di primo grado. La procura nel computare la pena richiesta per l'ex pm non ha voluto tenere conto della collaborazione offerta dal magistrato che gli aveva consentito di lasciare il carcere nel marzo 2019. È stata infatti sottolineata la natura meramente ammissiva e non collaborativa di Savasta e le plurime menzogne, quanto soprattutto alle utilità ricevute. I pm hanno fatto notare che tale indulgenza non è prevista dalla legge per il reato di concussione. Sono state però computate le attenuanti generiche. Prosegue invece il dibattimento per l'ex gip Michele Nardi, per l'avvocata barese Simona Cuomo, Gianluigi Patruno, titolare di una palestra, Vincenzo Di Chiaro, Savino Zagaria ex cognato di Savasta.
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