Fermo pesca e crisi marinerie, stop dal Ministero. I pescatori: «Temiamo l'arrivo dei pescherecci dall’estero»

Fermo pesca e crisi marinerie, stop dal Ministero. I pescatori: «Temiamo l'arrivo dei pescherecci dall’estero»
di Vito TROILO
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Venerdì 21 Ottobre 2022, 09:57

Una richiesta ritenuta di buon senso, specie in considerazione della congiuntura complessiva particolarmente critica con la quale il comparto, già provato da una situazione sempre più insostenibile, deve fare quotidianamente i conti. L'anticipazione del periodo di fermo biologico della pesca per le sardine e più in generale i piccoli pelagici (come le acciughe) è stata però negata dal ministero delle Politiche agricole e forestali.

La crisi delle marinerie


Un duro colpo, in particolare, per le marinerie di Bisceglie e Trani, tradizionalmente attive nei porti più pescosi di Marche e Abruzzo. I rappresentanti delle organizzazioni di categoria, facendo leva sulle innegabili difficoltà dell'intero settore, avevano sollecitato una modifica del decreto ministeriale del 13 maggio 2022, domandando sostanzialmente di anticipare l'inizio dei 30 giorni consecutivi di divieto, per i pescherecci autorizzati all'utilizzo del sistema volante a coppia, ad effettuare quel tipo di attività nei compartimenti marittimi del mare Adriatico centrale e meridionale compresi fra San Benedetto del Tronto e Gallipoli. Il dipartimento competente del Mipaaf ha confermato quanto già stabilito: il fermo pesca per le sardine sarà in vigore per l'intera durata del mese di novembre. Le speranze degli armatori biscegliesi, tranesi, barlettani e margheritani, che hanno confidato in un differente arco temporale di vigenza del fermo (15 ottobre-14 novembre) sono rimaste disattese.


«Le nostre maggiori perplessità nascono non tanto dalla valutazione della necessità di adottare il fermo pesca ma dalla constatazione che non si hanno certezze che la stessa misura sia stata adottata dai Paesi frontalieri ed in primis dalla Croazia» hanno evidenziato da Federpesca. Un altro aspetto rilevante è che le imbarcazioni che utilizzano il sistema volante a coppia da tempo non considerano più le sardine, in funzione delle mutate dinamiche della domanda e del loro basso valore commerciale, una risorsa target.
«Il rispetto di un fermo non è più giustificato né motivato dalle logiche del mercato: preferiremmo piuttosto un ulteriore periodo di interruzione dell'attività di pesca per tutelare le acciughe» hanno evidenziato i referenti delle organizzazioni del comparto, proponendo lo spostamento del fermo sardine nel periodo compreso fra il 31 agosto e il 29 settembre.
Le imprese del settore versano in uno stato di profonda debolezza economica: «L'aumento esponenziale del costo del gasolio ha avuto un impatto devastante sulla redditività: uscire in mare è divenuto antieconomico e la gravità del momento è tale che molti imprenditori, nell'impossibilità di assicurare il pagamento del minimo monetario garantito, hanno valutato la scelta del disarmo».

Il periodo invernale è tradizionalmente fruttifero per le volanti, a differenza di quanto accade in estate, con il pescato delle lampare a determinare una maggiore offerta di prodotto.


«Non concederci l'anticipo di 15 giorni del fermo sardine avrà delle ripercussioni sulla produttività in una fase nella quale anche una sola uscita utile può portare giovamento alle nostre attività» hanno spiegato gli armatori delle marinerie di Bisceglie e Trani, che temono persino la beffa dell'invasione di pescato dall'estero.
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