Inquinamento delle falde e rischi per la salute in zona industriale. Il sindaco: «Caccia all'assassino dell'ambiente»

A Barletta è stato presentato il secondo monitoraggio, Arpa Puglia e Cnr, sulla zona industriale di Barletta

La conferenza stampa di presentazione del secondo monitoraggio dell'inquinamento nella zona industriale di Barletta
La conferenza stampa di presentazione del secondo monitoraggio dell'inquinamento nella zona industriale di Barletta
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Venerdì 26 Maggio 2023, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 17:28

Presenza di arsenico, cromo, nichel, selenio, oltre che solfati e composti organoalogenati. I risultati del secondo monitoraggio di Cnr e Arpa Puglia nella zona industriale di Barletta, nella Bat, non lasciano dubbi. L'inquinamento ambientale, in particolar modo delle falde acquifere, esiste e si vede, con l'aumento dei tumori. Durante la conferenza stampa di presentazione dei dati i responsabili dell'azienda Timac agro Italia spa, inizialmente sequestrata in maniera preventiva a seguito del primo monitoraggio, hanno quindi smentito ogni forma di vicinanza della stessa alle forme di inquinamento. 

Cosa dice l'azienda

«I dati del secondo monitoraggio ambientale dimostrano come non vi è alcuna responsabilità di Timac nella contaminazione della falda. Per questo, ora che si conoscono i nuovi dati, continuare a riferirsi a quelli del
precedente monitoraggio e alle determinazioni della provincia di ben otto anni fa è privo di senso», così il legale dello stabilimento di fertilizzanti. Quindi, secondo l'azienda, il flusso di falsa giungerebbe nella zona industriale di Barletta, in via Trani, già inquinato. «Da questo studio emerge inequivocabilmente - continua l'azienda - la presenza di sorgenti di inquinamento dell'area industriale ubicate a monte idrogeologico». 

Le parole del sindaco

Durante l'incontro era presente anche il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, che si è detto pronto a tutto per  «cercare l'assassino che inquina l'ambiente». Un impegno in sinergia con la Regione, il Cnr e l'Arpa oltre alle aziende che si prestano a questi monitoraggi per individuare le cause, oltre che le responsabilità dell'inquinamento a Barletta. I prossimi dati in arrivo, ha continuato il primo cittadino, saranno quelli del «piano di caratterizzazione che dovrà avvenire all'interno della cementerai Buzzi Unicem».

Il passo successivo sarà verificare e valutare quali provvedimenti adottare. 

Le associazioni

Erano presenti anche i rappresentanti delle associazioni durante la conferenza stampa, che hanno espresso la necessità di fare in fretta prima dell'arrivo dei turisti e dei primi bagni. «Devo dare atto alla Timac - ha affermato il presidente del comitato Operazione Aria Pulita Bat, Michele Cianci - di essersi impegnata a dare delle spiegazioni. Serve però ora comprendere la presenza dei composti cloruratici in mare e sulle spiagge. Serve farlo immediatamente prima della stagione balneare».

Legambiente Puglia

Raffaele Corvasce, di Legambiente Barletta, auspica l'apertura di un tavolo tecnico permamente, anche se critica l'amministrazione comunale rea, secondo l'ente, di non aver preso l'iniziativa, ma di essersi affidati alla Timac. «L'unico dato positivo che riscontro è che finalmente sI comincia a parlare tutti assieme», ha concluso Corvasce.

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