Dovrà essere rifatto il processo di Appello nei confronti di Vincenza Mariani, la 58enne imprenditrice di Cassano Murge, nel Barese, accusata di aver ordinato l’omicidio del suo amante, il netturbino dell’Amiu Michele Amedeo, dopo che quest’ultimo aveva deciso di lasciarla.
La corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio la condanna in Appello a 30 anni di reclusione. I giudici, accogliendo il ricorso, hanno ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per condannarla.
Cosa successe
I fatti risalgono al 25 aprile 2017: la Cassazione ha confermato le condanne a 30 anni per Giuseppe Baccellieri (reo confesso e ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio) e Massimo Margheriti, che avrebbe guidato l’auto su cui viaggiava il killer.
Amedeo fu ucciso con tre colpi di pistola nel parcheggio dell’Amiu, a Bari, alla fine di un turno di lavoro. La Cassazione ha respinto i loro ricorsi. Per l’imprenditrice, invece, il processo andrà rifatto in corte d’assise d’appello: secondo i giudici della Suprema corte, infatti, il movente omicida pur «dotato di una sua interna plausibilità», è però «slegato da una base probatoria primaria sufficientemente solida e convincente» e «non è elemento di per sé capace di fondare la condanna».
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