UniBari, la denuncia: «Una prof negazionista ironizza sulle foibe». La protesta del Blocco Studentesco

UniBari, la denuncia: «Una prof negazionista ironizza sulle foibe». La protesta del Blocco Studentesco
di Enrico FILOTICO
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Domenica 13 Febbraio 2022, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:55

Il dipartimento di Giurisprudenza, in ogni Ateneo, per sua natura ha un ruolo di responsabilità, è lì che si studiano le leggi. La norma. Quello che si può o non si può fare. Rappresenta un po' il «tempio degli insegnamenti» del passato. Ed in quanto simbolo, spesso è vittima di attacchi o funge da bacheca per i messaggi più vari. Ieri mattina, sulle mura di Palazzo Del Prete, lato via Garruba, i baresi hanno dovuto trovare dei cartelloni che denunciavano l'Università per essere «negazionista» rispetto alla tragedia delle foibe. «Le vostre bugie bloccano l'Italia, quale futuro senza verità?» il testo dello striscione affisso dai militanti del Blocco Studentesco all'esterno dell'Università degli Studi Aldo Moro «per protestare contro chi cerca di minimizzare o giustificare il dramma delle Foibe», scrivono gli autori dei cartelloni in una nota.

La protesta 


Il Blocco studentesco altro non è che la «sezione giovanile» di Casa Pound, così come loro stesso ricordano sul sito ufficiale dell'associazione. «Il Blocco Studentesco è un movimento studentesco che nasce nell'estate 2006 a Casa Pound, l'occupazione non conforme del fascismo del terzo millennio si legge -. L'obiettivo è quello di portare lo stesso spirito d'avanguardia, lo stesso stile che ha contraddistinto l'esperienza delle occupazioni non conformi, nelle scuole».

La protesta sarebbe nata dopo alcune frasi pronunciate dalla professoressa Lea Durante, docente di Letteratura Italiana. «Durante lo svolgimento di una lezione - inizia così la nota diffusa dal movimento del fulmine cerchiato - è accaduto l'ennesimo episodio di negazionismo. La professoressa, Lea Durante (grande amica del filo-titino Eric Gobetti, ospitato a Bari l'anno scorso), ha iniziato un monologo sulle Foibe, iniziando a sdrammatizzare l'evento storico». Gobetti a cui i ragazzi vicini a Casa Pound fanno riferimento è l'autore del libro E allora le foibe? edito da Laterza.

Già in passato lo scrittore e giornalista aveva preso posizioni molto chiare sul «Giorno del ricordo», diventato secondo lui «giornata di rivalutazione del fascismo».


«Abbiamo quindi deciso di intervenire - continua la nota del movimento - proprio per opporci alla volontà di cancellare un pezzo della nostra storia, già abbastanza infangata in più di 70 anni di questa Repubblica». Poi la nota si conclude così, «L'odio dei partigiani titini, il dramma l'eccidio delle Foibe e l'esodo degli italiani dalle terre dell'Istria, Fiume e la Dalmazia - termina la nota - non possono essere ridimensionati. Per cui, come Blocco Studentesco chiediamo formalmente spiegazioni al rettore Stefano Bronzini, e come sia possibile che, professori apertamente negazionisti, si permettano di gettare fango sulla memoria dei martiri delle Foibe, davanti a centinaia di studenti».


Le spiegazioni non sono arrivate, né l'università men che meno le associazioni studentesche si sono esposte su quello che è accaduto. È possibile, ma non certo, che dal rettorato non abbiano voluto dare seguito a questo attacco alla professoressa Durante. Va poi ricordato che il giorno del ricordo non è stato in questi anni cancellato dalla tradizione nazionale, al punto che solo lo scorso 10 febbraio il rieletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alla celebrazione del Giorno del Ricordo delle Foibe e dell'Esodo Giuliano Dalmata, che si è svolta a palazzo Madama. In tanti sono stati i leader politici che hanno voluto ricordare le vittime, provando senza successo a liberare il dibattito dal partitismo. La discussione ormai dal lontano 2004, anno in cui fu istituita la celebrazione, ha assunto un significato revanscista. Il giorno del ricordo è di fatto negli anni diventata una celebrazione in cui gli schieramenti del centrodestra rivendicano la morte di donne e uomini italiani ad opera dei titini, provando non senza difficoltà ad equiparare la tragedia delle foibe con l'olocausto.
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