Per capire quali potrebbero essere gli scenari a Bari sul fronte del turismo in vista dell’estate 2022, occorre partire dai dati dell’estate 2021, forniti dall’osservatorio turistico regionale. Infatti a luglio, agosto e settembre scorsi, il trend è stato particolarmente positivo, meglio di quello del 2019 che pure era stato un anno record. Da luglio a settembre gli arrivi (numero di clienti ospitati in strutture ricettive) hanno segnato un +5,7% (sempre rispetto al 2019) e le presenze (numero di notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi) un 7,5% in più. Questo incremento è dovuto ai forti flussi nazionali (+14,7% arrivi e 13,6% le presenze) che in pratica hanno sopperito al calo della presenza di stranieri. Il turismo domestico, Puglia su Puglia e quello nazionale nei mesi estivi ha consentito di compensare le perdite derivanti dai mesi di lockdown, oltre che dalla forte contrazione del turismo business e internazionale.
Sempre nei mesi dell’estate scorsa in valori assoluti gli arrivi sono stati 2 milioni e 150mila circa e le presenze 10 milioni e mezzo circa. Nello specifico arrivi dall’Italia 1 milione e 733mila (arrivi) e 8 milioni e 900mila (presenze), mentre dall’estero arrivi 414mila e presenze 1 milione e 600mila circa. Ma il dato comunque interessante è che la Puglia dal 2019 al 2021 ha registrato una variazione pari a un -48% rispetto al -63% di Italia e Europa e a un meno 72% del resto del mondo. Ora, con la fine delle restrizioni legate alla pandemia dovrebbero essere favoriti gli spostamenti e quindi dare linfa ai flussi turistici, però incombono altre varianti negative, a cominciare dal caro vita e dall’aumento dei prezzi su fronte energia e carburante e poi per gli arrivi di stranieri non bisogna sottovalutare l’inasprirsi della crisi ucraina.
Per questo il report dell’osservatorio parla di un 2022 come di un anno “faticoso”.
Dalla crescita al covid
Riportando l’attenzione su ciò che è stato e in particolare sulle presenze turistiche nell’area di Bari bisogna innanzitutto sottolineare che dal 2015 al 2019 il trend di crescita è stato più che significativo. C’è stata una perdita di presenze enorme nel 2020 pari a 1,2 milioni in termini assoluti, più contenuta comunque rispetto alla percentuale nazionale. E la perdita maggiore è stata quella degli stranieri (-74%). Mentre il 2021 ha permesso un significativo recupero. Bari è la provincia pugliese con la quota più elevata di turisti stranieri, nell’anno pre-pandemico hanno costituito il 43% delle presenze totali, solo il 18,9% nel 2020, ma un rassicurante 28,7 nel 2021. Quanto alla destagionalizzazione dei flussi il livello della provincia di Bari è simile a quello nazionale. Le principali mete turistiche sono Bari, Monopoli, Alberobello, Polignano a Mare che totalizzano il 72% del flusso turistico dell’intera provincia. Un cenno particolare alla provincia di Taranto che ha segnato lo scorso anno numeri da record con una presenza straniera di un +97% e italiana +39%. Quanto alle mete turistiche preferite da italiani e non, nel 2021, spicca nella top 15 delle destinazioni il quarto posto è di Bari e il 12esimo di Monopoli, ai primi tre Vieste, Ugento e Peschici. Quanto agli arrivi assoluti più cospicui registrati fra il 2020 e il 2021, Bari è al primo posto, Monopoli al sesto, nono Alberobello e 12esimo Polignano. Infine uno sguardo alle provenienze. A guidare la classifica degli arrivi degli stranieri in Puglia la Francia, seguita da Germania, Svizzera, Paesi Bassi e Belgio. Per il turismo nazionale, al primo posto i pugliesi stessi (22%) che scelgono località regionali, poi i lombardi (15%), e i campani (14,6%).