Triggiano, voto di scambio alle ultime amministrative: perquisizioni per sindaco e consiglieri. Controlli anche al marito dell'assessore regionale Maurodinoia

L'indagine partita dal caso del I Municipio di Bari, che vide 50 indagati

Triggiano, voto di scambio alle ultime amministrative: perquisizioni per sindaco e consiglieri. Controlli anche al marito dell'assessore regionale Maurodinoia
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 08:41

C'è anche Alessandro Cataldo, marito dell'assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Puglia, Anna Maurodinoia (non indagata), tra le 13 persone indagate con l'accusa di corruzione elettorale per la presunta compravendita di voti nell'elezione comunale che ha portato alla rielezione del sindaco di Triggiano (Bari), Antonio Donatelli, anche lui indagato per lo stesso reato con i consiglieri comunali Angela Napoletano e Antonio Fortunato.

Per gli inquirenti Cataldo ideatore del sistema

Secondo gli inquirenti Cataldo, ideatore del movimento politico Sud al Centro, che ha come sponente politico di riferimento l'assessora Maurodinoia, e avrebbe «architettato e realizzato» il sistema per comprare i voti a 50 euro l'uno per i candidati sostenuti nelle amministrative di ottobre a Triggiano. Sud al centro - ricostruisce la Procura di Bari in una nota - era stato già al centro di una precedente indagine, chiusa nel febbraio scorso, che aveva coinvolto 50 persone per corruzione elettorale a seguito dell'elezioni amministrative del 2019, quando fu eletto al I Municipio di Bari, con la stessa lista, Carlo De Giosa, anche lui ritenuto vicino all'attuale assessora Maurodinoia.

Il faro acceso su Triggiano, dopo lo scandalo a Bari

 L’attività investigativa è entrata nel vivo con l’approssimarsi delle elezioni amministrative tenutesi in cinque comuni dell’area metropolitana di Bari, tra il 3 e il 4 ottobre 2021 e si è concentrata proprio su Triggiano, comune di residenza di Cataldo, ritenendo che quest’ultimo, così come aveva manifestato di spendersi alacremente per portare il Sindaco uscente alla rielezione, potesse raggiungere l’obiettivo anche attraverso l’inquinamento del voto, ovvero adottando quel sistema di corruzione elettorale di cui Magistratura e Carabinieri avevano già “sentito parlare”.

Il materiale compromettente ritrovato in un cassonetto

Preziosissimo è stato quanto rinvenuto dai Carabinieri la sera del 6 ottobre in un cassone stradale di raccolta indifferenziata, collocato in un piazzale buio ed isolato a San Giorgio, dove i fidati collaboratori di Cataldo si erano fugacemente e clandestinamente proposti di disfarsi, come puntualmente riscontrato, di materiale ritenuto “scomodo” perché riveniente dalle attività legate all’appena conclusa campagna elettorale, quali frammenti di fotocopie relative a documenti d’identità e codici fiscali di cittadini triggianesi, manoscritti parimenti riportanti il nome di persone e i loro recapiti, documentazione personale di Sandro Cataldo e di Anna Maurodinoia, un consistente numero di cartelloni, fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale inerente alle consultazioni amministrative appena svoltesi nel comune di Triggiano e afferente i candidati della Liste “Triggiano al Centro” e “CON Donatelli Sindaco”.

 
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