Superbonus, l’altra faccia: aziende nate “in fretta”, rischio infiltrazioni mafiose

Superbonus, l’altra faccia: aziende nate “in fretta”, rischio infiltrazioni mafiose
di Enrico FILOTICO
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Giovedì 23 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:51

Il Covid ha raso al suolo tutti i sistemi economici, nazionali ed internazionali. Pochi sono i settori che in questi mesi sono sopravvissuti indenni alla crisi cominciata ad inizio 2020, solo l’edilizia ha vissuto una vera e propria stagione di successi. Un tema che però non scalda il cuore degli addetti ai lavori, sì felici per i risultati economici ma preoccupati dall’avvicinamento al mercato di aziende meno affidabili. Il concetto era stato già spiegato dal Generale regionale della Guardia di Finanza Mattana. E non è l’unico problema legato all’esplodere del Superbonus e del bonus facciate. «Stiamo facendo formazione specialistica per avere degli operai specializzati, non possiamo più sentire storie come quella di Torino – spiega Antonio Delle Noci, Segretario cittadino e regionale di Filca Cisl -. Purtroppo però in questo momento i lavoratori sono davvero difficili da trovare, ne servirebbero di già pronti per fare fronte alle esigenze del mercato. Esiste il pericolo che molti profili entrati siano oggi non così competenti». 

I numeri


Il Superbonus e l’imminente arrivo dei fondi legati al Pnrr hanno reso l’edilizia italiana un settore di grande interesse. Si contano al momento il 20% delle aziende sul mercato guidate da stranieri e il 25% di imprese con sede legale all’estero, quest’ultimo dato che ha creato risentimento nell’associazione nazionale costruttori edili. L’Ance ha infatti lamentato che sul mercato si concorra con aziende che pagano le tasse in un altro paese, oltre a temere la forte immissione di capitali non leciti. Il dibattito in questo momento nel settore è molto legato ai timori che la criminalità organizzata rappresenta, associazione dei lavori e sindacati hanno puntato la lente d’ingrandimento sull’arrivo di aziende che non dispongono di know how sufficiente per poter gestire alcuni interventi. Risparmiando su mano d’opera specializzata e sui sistemi di sicurezza. «Le aziende che sorgono all’improvviso rischiano di produrre un fenomeno di distorsione – spiega Franco Pappola, Segretario Provinciale degli edili Uil -.

La politica dei bonus crea una bolla, piuttosto che dare vita ad una corsa contro il tempo, sarebbe meglio poter contare su un sistema strutturato». 

Il mercato


I numeri del settore sono assolutamente positivi, le preoccupazioni però sono tante. Soprattutto per via dei tanti fatti di cronaca legati alla mancanza di sicurezza nelle imprese. Le aziende lamentano una sorta di invasione di realtà non in regola che danneggiano l’intera categoria, colpendo inevitabilmente anche tutti gli imprenditori che investono in sicurezza e competenze. Oggi grazie ai grandi numeri del 2021 il monte salari è in crescita. Secondo i dati riportati da EdilCasa ad oggi nel capoluogo pugliese la massa salari è cresciuta del 14% rispetto al a due anni fa, del 20% rispetto allo scorso anno. Come sia stato possibile è presto detto, merito del Superbonus. La misura ideata dal governo Conte bis, introdotta per agevolare le misure di intervento in chiave ecosostenibile ha rappresentato il vero incentivo ad intervenire sulle abitazioni. Numeri che cresceranno fino al 2022, quando l’effetto dell’incentivo sarà terminato ci si aspetta che l’onda lunga si protragga grazie ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Associazioni di categoria e sindacati temono che i prossimi anni se non controllati possano lasciare ampio spazio alla malavita organizzata. I 20 miliardi all’anno in dote dal Pnrr significano un ingresso ingente di lavoratori, se non controllati rappresenterebbero una pericolosa deriva. «I lavori legati agli incentivi richiedono professionisti qualificati - chiude Franco Pappola, Segretario Provinciale degli edili Ui -. Un’azienda strutturata con la cultura di impresa e che da anni esercita sul territorio è molto più attenta all’osservanza della salute e sicurezza. Aziende che nascono dalla sera alla mattina fatte di ex dipendenti che vogliono inserirsi nel business rischia di produrre un abbassamento della soglia di attenzione già non altissima sui luoghi di lavoro». 

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