Statale 16, dubbi sul progetto per la variante. Nasce il comitato del no

La tangenziale di Bari
La tangenziale di Bari
di Domenico DICARLO
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Lunedì 21 Marzo 2022, 09:04

Continua a far discutere la variante alla SS 16 tra Bari e Mola per la quale è appena cominciato il cosiddetto dibattito pubblico. Oggi, tra l'altro, è in programma il terzo incontro ufficiale a Noicattaro, ma le realtà locali continuano a farsi sentire.

La voce dei comitati

Nei territori interessati, cioè Bari, Mola, Noicattaro e Triggiano in particolare, si sono costituiti dei veri comitati che si sono incontrati nei giorni scorsi a Mola, producendo un documento unico nel quale vengono evidenziate tutte le criticità emerse; contestate anche le modalità per giungere ad un progetto di massima della variante. Il documento è firmato da Bepi Ruggiero (Comitato Difesa Territorio Molese), Luca Flace (Comitato per la tutela del territorio Area Metropolitana di Bari), Vito Marchitelli (Comitato per la tutela delle coste), Francesco Ressa (Presidente Forum A21 intercomunale Triggiano-Capurso-Cellamare), Lorenzo Madio (Comitato Noicattaro), Maria Teresa Fatone (costituendo Comitato di scopo Le Vedette della Lama), Donato Cippone (Onda Verde Puglia- Facciamo rete). Entriamo nel dettaglio delle contestazioni.

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Prima di tutto, il documento mette in dubbio la legittimità del Dibattito pubblico, obbligatorio per legge per l'interesse collettivo delle opere: «L'attuale soluzione proposta al Dibattito pubblico (alternativa 3, che parte dal km. 803 per un tracciato di 19,60 km.) appare significativamente diversa dalla soluzione C) che era stata approvata nella Conferenza Servizi dai vari enti partecipanti.

Tale soluzione C aveva invece origine dal km. 805 per un tracciato di km. 17,50. La nuova e non conosciuta, significativa, modifica che a nostro parere costituisce variante sostanziale è dunque una vera e propria nuova proposta Progettuale che deve ripercorrere tutte le fasi di valutazione e di confronto di cui agli adempimenti di legge. A riguardo si sollevano dubbi sulla legittimità della procedura di Dibattito Pubblico».

Si passa poi ai costi, ritenuti eccessivi e destinati a lievitare, oltre alla contestazione in merito alle questioni ambientali: «Si considera la variante in oggetto un inutile, abnorme e ingiustificato consumo di suolo agricolo con un impatto ambientale che stravolge il territorio. E' altrettanto ingiustificato l'enorme dispendio di risorse finanziarie pubbliche: attualmente previsti 586 milioni di euro per un tracciato di 19,6 km., pari a circa 30 milioni di euro a chilometro, (cifra che probabilmente non trova riscontro nella costruzione di alcuna opera stradale italiana di pari impegno realizzativo) che certamente va considerata in difetto con costi che lieviteranno fino a superare il miliardo di euro. A livello economico l'impatto sul territorio sarà devastante, verranno distrutti centinaia di ettari di terreno agricolo altamente fertile e vocato a coltivazioni ad alta redditività con produzioni da esportazione (vigneti da tavola, oliveti secolari e non, orticoltura di pregio, ecc.), saranno parcellizzate le proprietà lungo l'asse viario generando un elevato numero di ettari di relitti agricoli, si procurerà una diseconomica frammentazione delle terre coltivabili, incentivando l'abbandono dell'attività agricola, favorendo il degrado di terreni produttivi ed una conseguente forte riduzione del reddito e dell'occupazione».

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Successivamente si contesta l'attraversamento delle lame e delle incisioni naturali, compromettendo l'identità dei luoghi, nonché le problematiche relative al traffico non risolte: «L'ampliamento del tratto successivo fino a Mola genererà un inutile, incongruo e dannoso imbuto veicolare, un collo di bottiglia che avrà negative ripercussioni sulla viabilità interna di Mola. Il faraonico progetto non risolverà affatto la problematica del traffico ma ne sposterà gli effetti su altra parte del territorio provocando una traslazione, nel punto di attacco alla esistente SS 16, dell'attuale congestione veicolare».
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