«La nuova Statale 16 Adriatica tra Bari-Mungivacca e Mola di Bari vuole caratterizzarsi come un esempio concreto di infrastruttura stradale di riconnessione del tessuto geografico ed essere al tempo stesso portatrice di autentico welfare in un’ottica di economia circolare». Si concludono così le 69 pagine del dossier finale dell’Anas, firmato dall’ingegnere Nicola Marzì, responsabile dei project management e progetti speciali di Anas, che aveva 60 giorni di tempo per rispondere alle considerazioni finali del “Dibattitto pubblico”, la cui relazione è stata presentata lo scorso 25 maggio. Nel dossier finale ci sono certamente numerose risposte alle domande poste durante il dibattito, ma si lasciano aperte anche altre porte, soprattutto per quanto concerne costi e tempi di realizzazione. L’aspetto più importante che emerge dal dossier finale, però, è proprio quello relativo alla scelta del progetto, che sembra effettivamente indirizzata verso quella tanto contestata dagli ambientalisti durante il Dibattito pubblico, vale a dire l’alternativa 3, di lunghezza complessiva di 19,6 chilometri: «Della rete viaria esistente particolare attenzione è stata rivolta all’analisi di quelle criticità che spesso interessano le opere d’arte idrauliche localizzate nei tracciati stradali in caso di eventi meteo di una certa rilevanza: talvolta, infatti, dimensionamenti non più attuali e/o errori di progettazione/esecuzione/gestione provocano l’insufficiente funzionamento dello smaltimento dei flussi idrici provenienti da monte, spesso con trascinamento di materiali solidi, con conseguenti danni agli abitati, alle infrastrutture, alle attività e alle popolazioni situate a valle. Anche queste analisi hanno orientato le scelte che hanno originato la presente soluzione di progetto», si legge nel dossier. C’è poi la parte dedicata alle questioni ambientaliste, in particolare per quello che concerne le lame per le quali, come noto, il Comune di Noicattaro e le associazioni hanno promesso battaglia: «Nessun cantiere di lavoro sarà collocato all’interno delle lame. Le operazioni di varo dei viadotti che attraversano le lame sono state appositamente studiate per ridurre l’aspetto invasivo per flora e fauna, attraverso la riduzione del numero di opere provvisionali fondate sul terreno. L’accessibilità su tutti lati delle lame è garantita in tutte le fasi da dorsali di una certa capacità, Ss 100, Sp 60, Sp 57 e la stessa Ss 16, atteso che la cantierizzazione delle opere di scavalco sarà una delle prime attività da avviare». Un altro aspetto molto importante è quello di costi e tempi, per i quali, al momento, non ci può essere alcuna certezza a causa della guerra, dei costi delle materie prime lievitati ed altro ancora.
Aumento dei prezzi e dilatazione dei tempi
A marzo si parlava di investimenti per 405 milioni di euro e 2027 come data ultima per concludere i lavori.