Segnaletica “invisibile” e poca illuminazione: ecco le strade a rischio

Segnaletica “invisibile” e poca illuminazione: ecco le strade a rischio
di Elga MONTANI
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Venerdì 12 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:02

Segnaletica “invisibile” e poca illuminazione: ecco le strade a rischio. Da via Capruzzi sino al lungomare mancano dissuasori e limitatori di velocità, in via Sparano, invece, sono stati 
sperimentati con successo i cuscinetti.

I numeri 

Sono stati 17 i pedoni morti in seguito ad incidenti stradali in Puglia nel 2021. E ben il 10,1% del totale degli incidenti registrati è stato della tipologia veicolo-pedone. Tipologia di incidenti in aumento nel 2021, avendo segnato un +5,9%, senza considerare che per quel che riguarda la mortalità, rispetto all’anno 2020, si è osservato un incremento del 30,8% nel numero di pedoni deceduti. Dati importanti, che in queste ultime settimane hanno trovato riscontro a Bari, dove ben tre persone sono decedute mentre attraversavano la strada sulle strisce pedonali. E in molti, in queste settimane, chiedono che le stesse strade vengano messe in sicurezza il più possibile. Sempre secondo il report reso disponibile da Asset, negli incidenti mortali che hanno visto coinvolti i pedoni è stata riscontrata come causa «l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza al pedone sugli appositi attraversamenti da parte dei conducenti dei veicoli e l’attraversamento irregolare della strada da parte dei pedoni».

Le zone pericolose

Sono diverse le zone che potremmo definire più pericolose a Bari per assenza o carenza di dispositivi di sicurezza e dissuasori.

Il lungomare, con i suoi lunghi rettilinei, non “invita” i conducenti delle auto a rallentare e in prossimità delle strisce pedonali, eccezione fatta per quelle dove si trovano i semafori dedicati, è difficile vedere qualcuno fermarsi o anche solo rallentare. Per non parlare di via Capruzzi, principalmente di quella parte della strada dove si fermano gli autobus, da sempre crocevia di viaggiatori e luogo in cui è molto rischioso attraversare anche a causa della poca visibilità, data dalla presenza dei bus. Senza considerare la rotatoria presente nella zona del policlinico o in piazza Moro, dove molti pedoni attraversano, senza prestare troppa attenzione ai veicoli. L’amministrazione comunale negli ultimi anni ha lavorato realizzando rotatorie e zone 30 che dovrebbero aiutare a rallentare il traffico veicolare.

Oltre a potenziare l’illuminazione delle strade cittadine, eliminando (come in via Caldarola) i disagi creati in alcuni casi dalle radici degli alberi, o restringendo le carreggiate. In molte città, ma non a Bari ancora, invece, si è optato per realizzare attraversamenti pedonali rialzati, che obblighino in qualche modo gli automobilisti a rallentare. Senza considerare che, in alcune zone dove manca illuminazione, gli stessi attraversamenti pedonali vengono anche realizzati con vernici catarifrangenti o con illuminazione che segnali la presenza dello stesso ai veicoli, quando è difficile poter vedere una persona. Sono soluzioni che molti cittadini baresi hanno visto in molte località turistiche. Stando all’Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale, che da anni si occupa di sicurezza stradale, «la normativa italiana non impone né impedisce la realizzazione degli attraversamenti pedonali rialzati: in vari documenti vi sono riferimenti a questa misura, per la quale non vengono però fornite specifiche tecniche o indicazioni progettuali significative». Anche se, come sottolinea l’assessore Giuseppe Galasso «tali dispositivi non sono omologati nel nostro codice della strada, e ci sono diverse sentenze che hanno condannato alcune amministrazioni per averle adottate». L’unico dispositivo che a livello ministeriale è contemplato e per il quale si sta facendo una sperimentazione a cui Bari ha aderito sono i cosiddetti cuscini berlinesi posizionati in via Sparano. La presenza delle strisce pedonali rialzate da un lato potrebbe essere utile per evitare incidenti, ma dall’altro potrebbe creare problemi al passaggio dei mezzi di soccorso. Non esiste quindi una soluzione univoca, ma sicuramente bisogna lavorare perché tali episodi diventino sempre meno frequenti.
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