Sanità, ispettori al Pediatrico di Bari: verifiche su contratti e mansioni

Ispettori al Pediatrico di Bari: verifiche su contratti e mansioni
Ispettori al Pediatrico di Bari: ​verifiche su contratti e mansioni
di Nicola MICCIONE
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Lunedì 29 Maggio 2023, 07:07 - Ultimo aggiornamento: 20:37

Dopo il Di Venere e il Policlinico, il Giovanni XXIII, già finito nel mirino degli ispettori del Nirs dopo l'inchiesta sulle morti sospette in cardiochirurgia. Gli ispettori del nucleo ispettivo sanitario regionale, infatti, sono tornati nel pediatrico di via Amendola a Bari per un'indagine che va avanti da tempo e riguarda, ad ampio spettro, i dipendenti delle Sanitaservice pugliesi assunti come pulitori, ma in realtà impiegati come amministrativi.

Gli uomini del gruppo di lavoro istituito dal governatore Michele Emiliano, guidati dall'avvocato Antonio La Scala, dalla scorsa settimana, hanno iniziato a svolgere «controlli formali e sostanziali sotto il profilo documentale» tesi ad acquisire una lunga serie di documenti: l'elenco completo del personale in forza alla Sanitaservice, società in house che fornisce servizi strumentali di assistenza e cura della persona e socio sanitaria, inquadrato con il profilo di ausiliario e pulitore, i relativi contratti di assunzione, l'arco temporale intercorso fra il reclutamento e i successivi ingaggi - dal 2011 al 2017 - e soprattutto le mansioni lavorative. Sì, perché il problema principale, secondo gli 007 della sanità regionale, da un biennio impegnati nella caccia alle irregolarità all'interno delle sette Sanitaservice pugliesi (una per ogni provincia più quella del Policlinico di Bari), è proprio relativo ai compiti svolte da persone, padri e madri di famiglia, giovani e anche in età avanzata, idonee e titolate a svolgere le mansioni di pulitori e ausiliari che hanno superato un concorso pubblico e una selezione per titoli.

Cosa è successo

«Tutti sono stati assunti per fare le pulizie (inquadrati come pulitori di reparti e di servizi sanitari e ospedalieri), ma in pochi hanno la scopa in mano» è l'ipotesi di chi, nell'ambito di una serie di accertamenti sul fronte amministrativo, ha iniziato a ispezionare i luoghi di lavoro, a spulciare i documenti e i contratti con l'obiettivo di fare chiarezza su una vicenda esplosa nel corso degli ultimi mesi dopo «alcune segnalazioni, anche in forma anonima», relative alle assunzioni dei dipendenti della Sanitaservice barese. «Acquisizioni documentali e sopralluoghi», a cui sono seguite e seguiranno ancora delle vere e proprie ispezioni, «anche e soprattutto a sorpresa» fra i corridoi del Giovanni Paolo XXIII dove gli ispettori regionali ci erano già stati a gennaio scorso per un'indagine dopo almeno sei morti sospette, avvenute tra il 2018 e il 2022, fra altrettanti piccoli pazienti transitati dal reparto di cardiochirurgia pediatrica a quello di terapia intensiva a causa - è l'ipotesi di chi ha indagato - dell'assenza dei prescritti protocolli sanitari sull'esecuzione dei tamponi «per la gestione delle infezioni ospedaliere».

Ma quella della Sanitaservice è una indagine che riguarda solo Bari? Assolutamente no, tutto il mondo è paese: le verifiche, nella vasta area metropolitana, hanno riguardato anche l'ospedale don Tonino Bello di Molfetta e il nosocomio San Giacomo di Monopoli, «e la patologia è sempre la stessa»: assunti come pulitori e poi impiegati come amministrativi in una vicenda che affonda radici profonde nella storia pugliese. «Molti dipendenti fanno altro (magazzinieri, amministrativi, impiegati al deposito o alla farmacia ospedaliera) e non solo le pulizie, ovvero le mansioni per cui sono stati assunti».

Il problema, però, secondo chi indaga, è a monte: «Tutti hanno partecipato regolarmente al concorso per i profili di ausiliario e pulitore, ma fanno altro sulla base degli ordini e delle direttive ricevute dai datori». Il problema, insomma, «non è dei dipendenti, i quali - ribadisce chi indaga - fanno semplicemente ciò che viene detto loro».

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