La riqualificazione di San Paolo a Bari: per i bambini «giardini, campi e più pulizia»

Ieri primo incontro tra i residenti e i progettisti del Piano di riqualificazione di un’area del rione

La riqualificazione di San Paolo a Bari: per i bambini «giardini, campi e più pulizia»
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Domenica 15 Maggio 2022, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 09:23

C’è anche lui, Carlo De Pascale, 92 anni qui nel triangolo di via Altamura al quartiere di Bari San Paolo per il primo incontro ufficiale fra i progettisti che riqualificheranno quello spazio e i residenti, per decidere insieme cosa ne sarà di quello che ora è sola una spianata, un’isola di calore. Carlo è venuto qui, mano nella mano con il figlio disabile al 100% che ha 65 anni. Grazie alla metro, ora va in centro a Bari a fare una passeggiata, però se riqualificheranno questo spazio il tempo lo passerà qui con il figlio.

Le parole dei residenti

Pulizia e ordine è quello che vogliono Carmela e Gaetano, coppia di pensionati che abita in una di quelle case-bunker che si affacciano su questa specie di piazza.

Va bene il verde, ma è importante che si mantenga pulito, ribadisce Gaetano che invoca maggior controllo. «La gente rompe tutto, non ha cura e poi c’è il problema delle moto e delle auto che sfrecciano a folle velocità, specie su viale delle Regioni» che è in pratica alle spalle di quest’area. Giovanni Lafronza, abita al piano rialzato di una di quelle case che si affaccia sul triangolo di via Altamura. «Speriamo sia la volta buona, siamo stati abbandonati da 40 anni e per me che non vedo quasi per niente sapere che potrò uscire di casa e stare qui davanti, in un bel giardino, sembra un sogno. Io e mia moglie viviamo in questo piccolo cortile come se fossimo agli arresti domiciliari».

I disegni dei bambini

Sogni che a volte si possono realizzare, come quelli che i tanti bambini esprimono con frasi e disegni che fissano sulla bacheca al centro della piazza. C’è chi in quello spazio vuole «una piscina per donne senza maschi», chi campi di basket, chi una discoteca. «I processi partecipativi sono bellissimi con i residenti ma sono ancora più belli con i bambini – afferma Vitandrea Marzano, dello staff del sindaco - perché loro non hanno filtri e quindi le nostre sovrastrutture culturali. Hanno desideri immediati, legati alla qualità della vita, all’ambiente, all’attività sportiva. Se ci fossimo chiusi con i progettisti in una stanza per 5 giorni consecutivi, non ci saremmo mai arrivati a pensare a una discoteca. Vogliono case sull’albero, vogliono castelli, vogliono sognare. Noi siamo qui per aiutarli a sognare e far sì che i sogni possano realizzarsi».

Il progetto

A questo progetto partecipano dieci associazioni che non solo lavorano sul territorio con i residenti ma fanno da tramite fra questi e le istituzioni. «Vogliamo che i ragazzi siano consapevoli di quello che succede. Ho sentito la risposta dei ragazzi – dichiara Alessandra Vallone, educatrice del centro diurno fondazione Giovanni Paolo II - sono entusiasti, loro viaggiano alto. Bisogna partire dai sogni per poi tentare di realizzarli». Al sindaco si rivolgono un po’ tutti, per esporre un cahiers de doleances che al San Paolo è particolarmente ricco, dalla fogna, al verde che non c’è, alle case da ristrutturare. E Decaro ascolta e ha una parola di speranza per tutti. D’altronde è anche il sindaco più amato d’Italia. «Oggi insieme ai progettisti di Renzo Piano che progetteranno quest’area, stiamo incontrando i residenti e presentando i progetti del piano periferie che sono stati appaltati in questi giorni, aggiudicati nella prossima settimana. Opere pubbliche, giardini, piccoli parchi rotatorie, restringimento delle carreggiate stradali che qui sono enormi e diamo così più spazio a pedoni e ciclisti. Oggi ascoltiamo anche lamentele rispetto alla vita quotidiana non solo questioni legate ai temi della riqualificazione. È una giornata dedicata ai più piccoli che sceglieranno su quest’area cosa guardare, cosa realizzare, anche perché credo sia giusto che una città del futuro la possano progettare quelli che il futuro lo vivranno, soprattutto le nuove generazioni».

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