Pane, pasta e latte: rincari da record. E a Bari la carne rossa costa più che a Milano

Pane, pasta e latte: rincari da record. E a Bari la carne rossa costa più che a Milano
di Elga MONTANI
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Giovedì 22 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:20

L’aumento dei prezzi, in questi mesi, sta riguardando sempre di più anche i beni di prima necessità, ovvero tutte quelle cose a cui è davvero difficile rinunciare, dalla pasta al latte, dalla carne alle verdure. E Bari non è affatto esente da tale situazione. Stando ad una indagine del Codacons, elaborata a partire dai dati comunicati dal Mise, da luglio ad oggi la differenza si sente rispetto allo scorso anno. Alla fine del 2022 tali aumenti andranno ad incidere pesantemente sulla spesa delle famiglie, che si troveranno a sostenere costi molto più elevati rispetto al 2021. Un quadro niente affatto roseo, che non permette al momento di guardare al futuro in maniera positiva. Prendendo ad esempio alcuni prodotti, è possibile vedere come il pane costi oggi in media a Bari ben 3,11 euro al chilo, contro i 2,90 euro di media di agosto 2021. Da considerare che il prezzo minimo del pane in città è passato, in un anno, da 1,9 euro dell’agosto 2021 ai 2,2 euro di luglio 2022, con picchi quest’anno fino a 6 euro al chilo. Peggio è andata per la pasta, che nel 2021 costava in media 1,14 euro al chilo, contro 1,56 euro di oggi, con una forbice che è passata dai 74 centesimi di quotazione minima del 2021 a 1,14 euro di luglio. Il latte intero non ha visto una grossa differenza (da 1,31 a 1,39 con la quotazione minima passata da 1,06 a 1,02), mentre il latte a lunga conservazione ha visto il suo prezzo passare dai 72 centesimi al litro, di media ai 92 centesimi al litro nel 2022. Per quanto riguarda, invece, la carne possiamo vedere come quella bovina arrivi oggi a picchi di 20 euro, con una media che si aggira sui 15,96 euro al chilo, contro i 15,54 euro dello scorso anno. La carne suina, invece, è passata da una media di 9,83 euro al chilo ai 10,01 euro al chilo. Si tratta di beni di prima necessità che a Bari hanno subito il maggiore rialzo. La quotazione minima in un anno è passata da 6 euro a 6,5 euro, e il picco ha raggiunto a luglio 2021 i 17,5 euro al chilo.

Prezzi tutti rivisti al rialzo, che potrebbero non incidere singolarmente, o comunque non pesare troppo visti a sé stanti, ma che messi insieme in una spesa media nell’arco di un anno andranno ad incidere molto sulle tasche dei baresi, i cui stipendi sono al momento rimasti gli stessi.

Per non parlare del fatto che tali prezzi in aumento vanno ad incidere sul budget delle famiglie, che si trovano anche a dover fronteggiare aumenti del costo della benzina e del costo delle bollette, che già ora hanno iniziato ad arrivare anche ai privati non solo ai commercianti e tutti si trovano di fronte a cifre triplicate rispetto allo scorso anno. In molti finiranno per rinunciare al “superfluo” per poter comprare il necessario. I cittadini di Bari possono comunque ritenersi “fortunati”, in quanto dall’analisi del Codacons emerge che la nostra città resta una delle più economiche.

Il confronto tra Bari e le altre grandi città italiane

Sono dieci, infatti, i capoluoghi di provincia presi in considerazione, e se Bari piange a Venezia certamente non sorridono, visto che un chilo di pane in media arriva a costare 5,83 euro, mentre a Cagliari la pasta arriva a 2,25 euro al chilo e a Bologna la carne bovina costa 22,53 euro al chilo. Torino, invece, non se la passa affatto bene per il latte, dato che un litro di latte intero è arrivato alla “modica” cifra di 1,81 euro. Bari si aggiudica il primo posto in queste particolari classifiche per il prezzo della carne suina, come detto arrivato a 10,01 euro al chilo. Stando ai dati forniti da Coldiretti, su base nazionale, gli incrementi non hanno risparmiato nessun bene di prima necessità, e si attestano su un +14% per il pane, +22% la pasta e il riso, +16% il latte, +15% le uova. D’altronde, anche i dati relativi all’inflazione ad agosto, comunicati in via definitiva dall’Istat, non permettono di dormire sonni tranquilli. Infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha registrato un +0,8% su base mensile e un +8,4% su base annua. Numeri che non erano così alti dal 1985.

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