Bullismo, baby gang e spaccate, il prefetto di Bari Bellomo: «Servono esempi positivi, non bastano i controlli»

Bullismo, baby gang e spaccate, il prefetto di Bari Bellomo: «Servono esempi positivi, non bastano i controlli»
di Antonella FAZIO
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Domenica 2 Aprile 2023, 05:00

«Cosa ci vorrebbe? Sicuramente la bacchetta magica». Usa un’ironia che racchiude tanta amarezza il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, quando le chiediamo in che modo si possano contrastare in città fenomeni come bullismo, microcriminalità e “spaccate”. La ricetta unica (o la bacchetta magica di cui sopra) che risolva i problemi sicuramente non esiste ma «si deve cercare di insegnare ai ragazzi la cultura della legalità». 
Il caso in particolare al quale si riferisce è quello del padre che, due giorni fa, tramite i suoi canali social, ha denunciato l’aggressione subita da suo figlio in piazza del Ferrarese, un luogo frequentato da tantissimi giovani nelle ore serali. Il genitore ha provveduto prontamente a segnalare agli organi competenti l’accaduto. Stando alla ricostruzione, il ragazzo sarebbe stato raggiunto dagli sputi di alcuni bulli, spintonato e aggredito anche fisicamente e sarebbe tornato a casa con lividi e un occhio nero. «Questa non è microcriminalità – sottolinea il prefetto – ma vero e proprio bullismo. Da ciò che mi riferiscono, non hanno portato via nulla al ragazzo. Quindi, in questo caso, parlare di potenziamento dei controlli da parte delle forze di polizia non serve. Piuttosto bisognerebbe capire qual è il background di questi aggressori e cercare di inserirli in un percorso che punti a insegnare la cultura della legalità». 

Controlli ed esempi positivi

Ciò che dice il prefetto, quindi, è chiaro: è umanamente impossibile avere un poliziotto, un agente della locale o un carabiniere per ogni cittadino.

Quindi, in questi casi, «c’è bisogno di insegnare ai ragazzi degli esempi positivi partendo prima di tutto dalle scuole». Bellomo è fermamente decisa del fatto che, in situazioni simili, non si possa parlare di microcriminalità: «Se dovessimo paragonare questi fenomeni di bullismo alla microcriminalità, li eleveremmo mentre invece bisogna utilizzare i termini giusti. Va da sé che anche questo tipo di episodi vanno condannati in toto. Per questo spero che alla denuncia sui social corrisponda una denuncia dalle forze dell’ordine, cosicché si possa agire nella maniera adeguata e individuare gli aggressori». 

La microcriminalità, quindi, è tutta un’altra storia per il prefetto. E quando le parliamo di “spaccate” – tema che ormai ritorna spesso in questi ultimi tempi –, la sua risposta invita a denunciare: «Se i ristoratori o i proprietari delle attività commerciali non denunciano, le forze dell’ordine possono fare poco. Come hanno dimostrato nei giorni scorsi, alle denunce, in molti casi, sono corrisposti fermi e arresti. Ciò vuol dire che le forze dell’ordine stanno lavorando strenuamente per garantire una città più sicura». Ma a Bari c’è un numero di risorse adeguato? «Certo, al momento il numero è adeguato. Ovvio che vorremmo sempre più agenti o militari in giro in città ma bisogna fare i conti con le altre realtà regionali e nazionali. Il nostro obiettivo è quello di far sentire sicuro il cittadino e per fare questo utilizziamo anche le tante telecamere di videosorveglianza sparse per la città». E una mano alle indagini la danno anche i filmati dei circuiti interni dei locali che vengono messi subito a disposizione delle forze dell’ordine al momento della denuncia. 
Quanto ai Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica, Bellomo chiarisce che si tengono ogni settimana: «Adesso siamo proiettati verso i lunghi ponti di Pasqua, quello del 25 Aprile e del Primo Maggio. In città si prevede un afflusso di turisti tale che non ci può trovare impreparati. Per questo ci stiamo già lavorando coinvolgendo tutte le realtà di pubblica sicurezza del territorio. Purtroppo – conclude – siamo una provincia da 1,2 milioni di abitanti. Gli episodi avvengono e per risolverli basta non ignorarli»

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