Popolare di Bari, arriva il decreto urgente e nasce la banca del Sud

Popolare di Bari, arriva il decreto urgente e nasce la banca del Sud
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Domenica 15 Dicembre 2019, 06:43 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 16:47
La trasformazione di Mediocredito Centrale in una banca di investimento, che guardi con attenzione alle imprese meridionali, una Banca del Sud. Con una partecipazione pubblica che passa attraverso Invitalia, che avrà un miliardo di fondi, metà dei quali saranno travasati in Mcc proprio per ricapitalizzare la Popolare di Bari.

È questo il piano contenuto nel decreto che punta al salvataggio dell'istituto barese commissariato da Bankitalia e sul quale le tensioni nel governo non sono ancora completamente placate, anche se sembrano attenuarsi: Italia Viva chiede di vedere il testo che si dice pronta a votare, mentre il leader M5s, Luigi Di Maio, suggerisce di «non correre troppo» e di trasformare la banca in un istituto dello Stato, se riceverà fondi pubblici.

Il pallino è in mano al premier Giuseppe Conte che punta a presentare il provvedimento in un Consiglio dei ministri che «si terrà a breve», forese in serata, con «obiettivi in tempi rapidi», come quello della «creazione di una banca del Sud a partecipazione pubblica».
«Non tuteleremo nessun banchiere», ha assicurato Conte che invece promette «la massima tutela dei risparmiatori». Il premier indica anche la strada che sarà seguita, quella della creazione di «una banca del Sud a partecipazione pubblica», così da «fare di necessità virtù».

La Popolare di Bari, che ha bisogno di un miliardo di ricapitalizzazione, non sarebbe nemmeno citata nel decreto. Metà dei fondi arriverebbero dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che è uno strumento privato finanziato dal sistema bancario. L'altra metà dal Mediocredito, con una soluzione aperta anche ad altri istituti. Il passaggio dei fondi dal governo a Mcc non sarebbe però diretto, anzi. Il finanziamento, per il valore di un miliardo, sarebbe fatto su Invitalia - che di fatto si sta configurando proprio come una vera e propria Iri al servizio del Paese. Questa girerebbe poi metà della somma a Mediocredito, per ricapitalizzare con Fitd la Popolare di Bari.

Ma, ora che la strada per il salvataggio sarebbe stata individuata, restano da superare le fibrillazioni politiche. L'opposizione attacca, con il leader della Lega, Matteo Salvini, che chiede un «comitato di salvezza nazionale» mentre nella maggioranza Italia Viva e M5s sembrano fare tra loro il gioco del cerino. Ai renziani che non hanno fatto approvare il decreto al primo Cdm risponde Di Maio che chiede chiarezza, la trasformazione in una banca pubblica e lancia qualche strale sulla Banca d'Italia.

«Vogliamo sapere da chi doveva sorvegliare cosa è emerso in questi anni. Quante sono state le ispezioni di Bankitalia negli ultimi tre anni? Cosa è emerso? Vogliamo sapere chi ha prestato soldi e a chi». Teresa Bellanova, ministra renziana dell'Agricoltura, in mattinata aveva spiegato: «No, Italia Viva non è diventata irresponsabile: siamo pronti a salvare gli istituti di credito insieme ai risparmiatori e ai posti di lavoro, ma non senza avere accertato le responsabilità che li hanno portati a quella situazione e non senza aver condiviso una strategia complessiva, che eviti misure tampone ed emergenziali. Non si convocano i ministri per un Consiglio last minute e con urgenza dopo che nel pomeriggio si erano lette dichiarazioni di tutt'altro segno. Iv c'è. Ma non ad occhi bendati».

Riflette Francesco Boccia, ministro Pd degli Affari regionali: «Siamo lo Stato. E lo Stato tutela sempre i risparmiatori e accerta le responsabilità di chi ha fatto errori. Per questo è nostro dovere rassicurare innanzitutto i risparmiatori, i lavoratori, i clienti, le aziende. Devono avere tutti fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni. Ogni responsabilità sarà accertata dagli organi di vigilanza e nelle sedi giudiziarie opportune. La magistratura aiuterà come sempre per l'accertamento della verità sulle responsabilità».

Preoccupazione nelle parole del governatore Michele Emiliano: «Abbiamo fatto pressioni molto forti sul governo per il decreto di salvataggio della banca. È chiaro che nel momento in cui la banca viene salvata con l'intervento del Governo, e quindi immagino con provvedimenti che avranno anche natura finanziaria, ci sono delle contromosse che il Governo fa. Il commissariamento è una di queste. Sono dure da accettare, ma evidentemente questo fa parte delle possibilità reali. Il Governo ha ritenuto di fare questa operazione con questa modalità: bisognerà vigilare e fare in modo che la Banca Popolare di Bari rimanga una banca pugliese».
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