Più di 500 bimbi fuori dai nidi. «Nel 2023 avremo più offerta»

Più di 500 bimbi fuori dai nidi. «Nel 2023 avremo più offerta»
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:37

Sono 512 i bimbi in lista di attesa per i nidi comunali. Solo 227 invece quelli che sono riusciti ad entrare e a conquistare un posto in una delle dieci strutture comunali. Le graduatorie (provvisorie perché si può presentare ricorso entro l’11 luglio) sono state affisse ieri e riguardano i punteggi assegnati ai bimbi negli asili Speranza di via Peucetia, An/8 in via Carabellese, Libertà in via Garruba, La tana del Ghiro in una traversa di via Laforgia (dove è stata attivata anche una sezione primavera), al Villari, alle Ali di Michela in piazzetta Eleonora, al Costa di via Costa ed infine al Montessori di via Veneto e Labriola di via Ulpiani. 

I dati Istat


Secondo i più recenti dati messi a disposizione da Istat, relativi al 2019, la Puglia offre complessivamente più di 16mila posti distribuiti in oltre 600 strutture tra asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia.

Cioè un posto per il 18,9% dei bambini tra 0 e 2 anni di età residenti nella regione. Dati che – spiega Openpolis - pongono la Puglia, come le altre regioni meridionali, agli ultimi posti della classifica per quanto riguarda il livello di copertura potenziale di posti in asilo nido e servizi integrativi. Rispetto alle altre grandi regioni del sud, la Puglia presenta percentuali più elevate, dal momento che in Campania, Calabria e Sicilia il livello di copertura si attesta tra i 10 e i 12 posti ogni 100 bambini. Tuttavia, il dato pugliese rimane comunque molto distante sia dalla media italiana (26,9%) che dall’obiettivo Ue dei 33 posti ogni 100 bambini. A Bari ad esempio la percentuale è del 14 per cento contro appunto il 33 per cento previsto dall’Unione Europea. 

Dieci gli asili nido in città


Nel 2014 gli asili nido a Bari erano sette, diventati dieci in otto anni. Ma, con il Pnrr, ne sono stati finanziati altri otto i cui lavori devono necessariamente iniziare entro il 2023. Si tratta dei nidi a Palese, a Torre a Mare, a Poggiofranco, due al San Paolo, a Bari Vecchia, a Japigia, a San Giorgio. Un nono sarà tra i quartieri Carbonara e Santa Rita, nell’area compresa tra via Trisorio Liuzzi, via Damascelli e via Vaccarella. Il progetto è già pronto per 5 milioni di euro. L’opera sarà realizzata da Inail entro due anni. L’edificio si svilupperà in due parti: la prima rivolta a nord conterrà i servizi per la comunità (auditorium, ludoteca, palestra che affacceranno su una piazzetta pubblica), oltre ai locali di servizio e alla mensa con la cucina, la dispensa, gli spogliatoi per il personale. La seconda parte del complesso ospiterà tutte le attività di apprendimento, organizzate attraverso un rapporto di interscambio tra le singole sezioni, le aree comuni e il giardino didattico. Previsti spazi per i laboratori, le aule avranno ampie vetrate, il verde sarà caratterizzato dal giardino dell’olfatto, dall’orto urbano o da un bosco delle essenze. 

L'assessore Romano


“Si tratta di interventi molto significativi – spiega l’assessore alle Politiche educative, Paola Romano – ma se mi si chiede se questi interventi andranno a risolvere e ad eliminare le liste di attesa dico di no”. Semplicemente perché se ne creeranno altre. “Se dovessero rimanere questi numeri – continua Romano – copriremo tutte le iscrizioni, ma solitamente non è così. In questi servizi è l’offerta che fa la domanda. Faccio un esempio. Al San Paolo realizzeremo due asili nido dove al momento non ce ne è neanche uno. Una mamma del San Paolo che attualmente non ha mai pensato di iscrivere il figlio al nido probabilmente, quando apriranno le strutture, lo farà”. “Gli asili nido – conclude Romano - sono un servizio necessario per garantire ai piccoli un supporto educativo in una fase fondamentale della crescita e, allo stesso tempo, per colmare un gap spesso dovuto alla differenza di condizioni economiche. Inoltre, rappresentano una modalità concreta di sostegno alle famiglie per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro in un contesto sociale, il Mezzogiorno, in ritardo rispetto alla media europea che invece registra un posto disponibile ogni tre bambini”.

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