«Annullare la visita di Papa Francesco», pioggia di richieste a Decaro. Il sindaco: «La paura va combattuta»

«Annullare la visita di Papa Francesco», pioggia di richieste a Decaro. Il sindaco: «La paura va combattuta»
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Sabato 22 Febbraio 2020, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 21:12
Centinaia di richieste di annullamento della visita a Bari di papa Francesco, domani. La psicosi coronavirus, alimentata dalle ultime notizie sui contagi provenienti dal Nord Italia e amplificata dai social, ttraversa anche la Puglia. E inonda il web: «Annullate la visita del ponteficio, è a rischio la salute», la richiesta rivolta al sindaco di Bari, Antonio Decaro che, proprio a Facebook, ha consegnato la sua articolata risposta.

«Domani a Bari - ha scritto il primo cittadino - grazie al lavoro delle parrocchie dei comuni dell'area metropolitana e della regione Puglia, arriveranno 40 mila persone per partecipare a una grande preghiera con Papa Francesco.
Chiunque è libero di partecipare o meno all'evento che, ricordiamo, è stato organizzato per riflettere insieme sul fatto che siamo parte di un mondo in cui persone e comunità sono legate e che tutti insieme abbiamo la responsabilità di lavorare per la Pace. A chi sta chiedendo di bloccare l'evento per la paura di un contagio ho il dovere di ricordare che ogni giorno arrivano a Bari centinaia di migliaia di persone per lavoro, studio, cure mediche, shopping, svago e turismo, affollando strade, università, centri commerciali, ospedali, stadio, palazzetti dello sport e della musica. Dovremmo bloccare tutto questo? Dovremmo bloccare la vita della nostra città?
Non credo al momento sia opportuno fermare la città e comunque non sarebbe possibile farlo senza una richiesta delle autorità sanitarie competenti».

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Ancora. «Le paure ci spingono a rompere le relazioni. La paura della malattia - prosegue Antonio Decaro - è una delle paure più forti. Va combattuta con le corrette informazioni e le conoscenze scientifiche. Al momento nessuna autorità sanitaria ha ravvisato l’opportunità di attuare misure restrittive nella nostra regione e fino a quando non giungono prescrizioni da parte delle autorità sanitarie (di cui dobbiamo fidarci!), non c'è nessuna ragione di rinchiuderci in casa. Io domani sarò in piazza della Libertà. Sarò a salutare Papa Francesco e pregherò con lui per la Pace e perché questo mondo abbia meno paura. Nel frattempo la task force nazionale e quella regionale, che includono le migliori competenze in ambito sanitario ed emergenziale, stanno lavorando incessantemente alla definizione di protocolli operativi da attuare per prevenire il contagio e limitarne la diffusione, nella malaugurata ipotesi che casi di infezione si verifichino anche sul nostro territorio in futuro».

Anche a Lecce, il sindaco Carlo Salvemini invita alla calma e a leggere l'opuscolo informativo diffuso dall'Istituto superiore di sanità sulle precauzioni da assumere. «Concittadine, concittadini -. ha scritto il sindaco leccese -  l’infezione da Coronavirus è arrivata anche nel nostro Paese, colpendo per il momento 40 persone in Veneto e Lombardia. Le strutture sanitarie di queste Regioni, il Ministero della Salute e tutte le altre autorità di pubblica sicurezza sono al lavoro per tenere sotto controllo il fenomeno. Siamo un grande Paese che può contare su un sistema sanitario che è una eccellenza nel mondo, accessibile e gratuito per tutti. Senza inutili allarmismi il Ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità hanno sintetizzato in una brochure semplice da consultare – diffusa anche dalla nostra Asl – dieci piccole regole e informazioni fondamentali a cui attenersi, per fare massa critica contro una eventuale ulteriore diffusione del contagio, e per sventare il pericolo di cadere preda del panico.
Che non ha motivo di essere. Vi invito a leggere la brochure e a condividerla in famiglia, tra amici, sul lavoro:
più siamo informati più siamo utili nel gestire insieme questa situazione».
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