Paola Labriola, la psichiatra uccisa a Bari con 57 coltellate dall'ex paziente. I giudici: «La sicurezza fu piegata dal budget»

Il Tribunale di Bari punta il dito contro la sottovalutazione del tema "sicurezza sul lavoro"

Paola Labriola, la psichiatra uccisa a Bari con 57 coltellate. I giudici: «La sicurezza fu piegata dal budget»
Paola Labriola, la psichiatra uccisa a Bari con 57 coltellate. I giudici: «La sicurezza fu piegata dal budget»
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 01:46

Paola Labriola era stata uccisa da un paziente con 57 coltellate. «Una sottovalutazione del rischio di aggressioni al personale» legata anche a una «impostazione economicistica delle funzioni della sanità piegate alle esigenze del budget», scrivono i giudici del Tribunale di Bari motivando la sentenza con la quale, nell'aprile scorso, è stato condannato l'ex dg della Asl di Bari Domenico Colasanto alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione. Secondo i giudici, non avrebbe garantito la sicurezza nel Centro di salute mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà di Bari, dove, il 4 settembre 2013, la psichiatra barese fu uccisa.

Paola Labriola uccisa, rischio sottovalutato

 

«La sottovalutazione del tema della sicurezza sul lavoro e la visione del criterio economico come guida principale dell'azione dei vertici dell'Asl - si legge nelle motivazioni della sentenza - ha determinato le scelte di Colasanto di non redigere il documento di valutazione dei rischi dei Centri di salute mentale e di non adottare adeguate misure prevenzionali, così creando le premesse per lasciare privo di adeguati presidi di sicurezza il Csm di via Casale, dove si è verificato il barbaro omicidio della dottoressa Labriola, che esercitava le sue funzioni con abnegazione in un Csm ad alto rischio di sicurezza».

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Colasanto è stato ritenuto responsabile di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e omissione di atti d'ufficio.

Secondo i giudici, «vi è stata una sottovalutazione del rischio di aggressioni al personale, sia per l'adesione alle teorie basagliane contrarie alla militarizzazione dei Csm, sia per l'impostazione economicistica delle funzioni della sanità, piegate alle esigenze del budget, che denota la principale preoccupazione di molti manager pubblici della sanità, ossia l'equilibrio di bilancio, piuttosto che la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori». 

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