Ospedale Covid alla Fiera del Levante: costi più che raddoppiati. La Procura apre un'inchiesta

Ospedale Covid alla Fiera del Levante: costi più che raddoppiati. La Procura apre un'inchiesta
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 16:34 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 08:49

Verificare i motivi del raddoppio dei costi, le modalità di affidamento dell'appalto e se nel dare vita all'ospedale Covid in Fiera del Levante siano stati rispettati tutti gli standard previsti dalla normativa. Sono questi i tre quesiti ai quali dovranno dare risposte i carabinieri del Nas e la guardia di finanza, incaricati dalla Procura di Bari di avviare degli accertamenti sulla struttura consegnata lo scorso 16 gennaio ma non ancora attivata.
L'inchiesta è stata avviata dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli, a capo del pool che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione: il fascicolo è solamente conoscitivo, quindi non ci sono indagati e nemmeno ipotesi di reato specifiche. Al momento, il pm ha delegato gli investigatori ad acquisire dal Policlinico e dagli uffici regionali i documenti necessari per studiare la vicenda. In particolare, il procuratore aggiunto ha chiesto che vengano analizzate le procedure di affidamento dei lavori e i costi di realizzazione. L'obiettivo degli inquirenti è verificare la regolarità delle procedure per capire se per un'opera tanto imponente, realizzata in così poco tempo per via dell'emergenza sanitaria e per questo senza gara d'appalto pubblica, siano state rispettate le norme. I lavori erano stimati in circa 9 milioni di euro, poi lievitati a oltre 17 milioni per poter dotare l'ospedale di altri reparti e di due sale operatorie. Anche su questo si concentreranno gli accertamenti.

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L'ospedale, la cui gestione è affidata al Policlinico di Bari, è stato realizzato in 45 giorni all'interno di tre padiglioni della Fiera del Levante, requisiti nel novembre scorso dalla Prefettura di Bari per accelerare l'iter, e prevede 152 posti di terapia intensiva, sub-intensiva e medicina Covid non ancora attivati. La struttura forse accoglierà i primi pazienti a fine febbraio, ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere: il problema principale riguarda il personale, quello attuale non è sufficiente tanto che il governo Emiliano ha autorizzato il commissario del Policlinico, Vitangelo Dattoli, a mettere sotto contratto anche medici e infermieri provenienti da altri Stati.

Insomma, è caccia al personale. Poi ci sono anche i collaudi da portare a termine, a cominciare da quelli dei gas medicali. Per farla breve, nonostante la struttura sia stata consegnata lo scorso 16 gennaio durante una cerimonia pubblica, il centro Covid, di fatto, inizierà ad accogliere i primi pazienti tra 10-15 giorni. Nel frattempo, dovrà essere superato il vero ostacolo che è quello del personale. Una struttura con 154 posti letto necessita di almeno tre infermieri e un medico per ogni posto, significa complessivamente circa 600 operatori sanitari. Inizialmente, però, non saranno attivati tutti i posti letto, ma si procederà gradualmente anche in base alle esigenze dettate dall'andamento della pandemia di coronavirus e lo stress sulle altre strutture sanitarie.

Per il momento, il commissario Dattoli ha deciso di trasferire cinque reparti con tutto il personale a seguito: si spostano in Fiera i posti letto di Terapia intensiva, Terapia intensiva respiratoria, Nefrologia e quelli di area internistica relativi alle unità operative di Medicina Interna Murri ospedaliera e Medicina Interna Baccelli. I posti letto di Intensiva che verranno attivati saranno inizialmente 14, al massimo 28. I rappresentanti di medici e infermieri sono sul piede di guerra, gli anestesisti in particolare sono scettici e contrari all'attivazione dell'ospedale in Fiera. A loro dire creerà più problemi di quanti la Regione pensa possa, invece, risolverne. Secondo la delibera approvata dalla Giunta Emiliano, tocca al Policlinico di Bari non solo gestire la struttura, ma anche assicurare il personale necessario a far fronte all'assistenza prioritaria ai pazienti affetti da Covid. «Sono certo che la magistratura farà chiarezza sulla spesa di danaro pubblico, ma è evidente il fallimento politico ed amministrativo, in primis del presidente Michele Emiliano», commenta il deputato Marcello Gemmato, coordinatore regionale Fratelli d'Italia Puglia.

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