Operazione Levante, tutti i retroscena tra giudici denigrati e "amici" in Tribunale

Operazione Levante, tutti i retroscena tra giudici denigrati e "amici" in Tribunale
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 20:41 - Ultimo aggiornamento: 20:51

Cancellieri “amici” per farsi passare informazioni riservate e giudici a cui si poteva chiedere un favore. Ma anche magistrati denigrati e considerati un ostacolo ai piani illegali. Da pedinare e fotografare, addirittura, per metterli in cattiva luce. Intrecci pericolosi con protagonisti insospettabili: avvocati senza scrupoli pronti ad usare i rapporti di conoscenza e frequentazione all'interno dei Tribunali al servizio della “causa”. E, cioè, della gigantesca macchina di frode e riciclaggio messa in piedi dalla criminalità barese finita sotto la lente della Dia con l'operazione “Levante”.

L'inchiesta

Fabio Mesto è l'avvocato finito agli arresti domiciliari e le carte dell'inchiesta, mettendo insieme le intercettazioni, ne descrivono “l'atteggiamento spregiudicato” quando, commentando con alcuni suoi clienti “il funzionamento degli uffici giudiziari vanta la conoscenza di alcuni magistrati millantando presunte influenze”.

Obiettivo: condizionare, secondo la ricostruzione del giudice nell'ordinanza, l'adozione di provvedimenti a lui favorevoli. “Io, ad esempio – dice Mesto intercettato – c'ho il gip che firmerà, che vado vado in vacanza insieme, lei è donna, ed è sposata con uno dei miei migliori amici...in effetti poi il procuratore generale, siamo stati un paio d'ore a capire come dovevamo fare, poi gli è venuto il genio a lui, io gli avevo detto non possiamo bypassarlo, lui mi ha detto, no devo rifare il capo di imputazione, se lo devo rifare qualcuno può venire a vedere, invece se io dico così e scrivo già che per tenuità del fatto, deve essere archiviato”.

Conoscenze e rapporti “privilegiati” che, a Palazzo di giustizia, s'incrociano anche con vicende giudiziarie nelle quali alcuni avvocati risultavano già indagati dalla Procura per corruzione in atti giudiziari (e poi rinviati a giudizio). E nelle carte spunta il riferimento al personale del Tribunale di Bari. “Con l'ausilio di funzionari di cancelleria compiacenti gli indagati Mesto e Chiusolo – scrive il giudice - sono potuti venire in possesso di notizie coperte da segreto, attinendo le indagini nei loro confronti, ricevendo indebitamente copia degli atti del relativo fascicolo (prima della discovery), apprendendo dell'attività intercettiva in corso e, in vista dell'imminente perquisizione, eliminando possibili prove di attivilità illecite, distruggendo il relativo materiale cartaceo e informatico”.

In particolare, la vicinanza ad un cancelliere della Corte d'Appello di Bari da cui Chiusolo, in particolare, avrebbe ottenuto una serie di favori: dalla preparazione di istanze alla fissazione celere della trattazione di alcuni fascicoli giudiziari. Uno spaccato inquietante degli intrecci in Tribunale in cui il “rapporto privilegiato” dell'avvocato Chiusolo, dice scrive ancora il giudice, “si sarebbe intrattenuto con un magistrato dell'ufficio tale da poter contare sull'accoglimento di tutte le istanze presentate nell'interesse di propri clienti”.

Richieste di favori

Ma c'era anche chi, nei Tribunali, a fronte di richieste di favori, era tutt'altro che accondiscendente e per questo finiva nel mirino degli stessi avvocati. E' il caso di una giudice di Trani contro cui, insieme a Mesto, anche l'avvocato Massimo Chiusolo era pronto a mettere in atto ogni tipo di strategia pur di screditarla. L'obiettivo, si legge nelle carte, era quello “di distruggere l'immagine professionale di un magistrato della Procura attraverso esposti anonimi a contenuto calunnatorio per accusarla di aver intascato denaro in cambio dell'adozione di provvedimenti allo scopo di provocare indagini nei suoi confronti e la conseguente azione disciplinare”.

Con i due avvocati Fabio Mesto e Pierdomenico Bisceglie che, intercettati, discutevano su come passare dalle parole ai fatti. Mesto: “Ora le farò il culo (il giudice). Sai che cosa facciamo adesso? Una bella denuncia, una dozzina di lettere anonime fatte da diverse parti, mi segui?”. Bisceglie. “Per me”. Mesto: “Dove praticamente diremo che lei (il giudice) prende moneta, Csl, diretta, Presidente del Tribunale, la devono sospendere obbligatorio, così la mandiamo, ora lo dobbiamo fare e la mettiamo a dormire”.

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