Nuovi sistemi di sicurezza e Bari-Taranto potenziata: cantiere Fse per 400 milioni

Foto di Andrea De Berti
Foto di Andrea De Berti
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 7 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 10:52

Nuovi sistemi di sicurezza sulla rete (e treni che potranno viaggiare più veloci). Bari-Taranto potenziata per migliorare la qualità del servizio. Hub e stazioni più moderne e tecnologiche. Quasi 400 milioni di euro per la Sud Est: già finanziati da tempo, ma ora inseriti all’interno del “bacino” del Pnrr per lo sviluppo e il potenziamento delle ferrovie regionali. Fondi che presto diventeranno cantieri (da concludersi entro marzo 2026). È il “pacchetto” pugliese destinato a cambiare la vita dei viaggiatori. Compresi quelli baresi o che utilizzano il terminal del capoluogo. Per lavoro e non solo.

I cantieri


Sono tre le direttrici principali sulle quali saranno suddivise le risorse: potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria sulla linea Bari-Taranto per 86,5 milioni di euro; completamento dell’attrezzaggio Scmt/Ertms su tutta la rete Fse per 130,8 milioni di euro; realizzazione di hub intermodali e riqualificazione di 20 stazioni per un valore di 165 milioni di euro. Il decreto del Governo sarà varato in attuazione del Pnrr e comprende anche interventi per le reti ferroviarie dell’Umbria, del Friuli, del Piemonte e della Calabria: nei giornis scorsi il via libera della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata.

Finanziamenti, in realtà, già nel cassetto per migliorare il trasporto regionale (spesso, in Italia, vera cenerentola) e che ora vengono dirottati nel più ampio “paniere” del Recovery.

Il potenziamento della linea


Per quanto riguarda il potenziamento della linea Bari-Taranto non si parla ancora di un secondo binario ma, invece, del rinnovo dei binari, dell’elettrificazione della linea e, infine, dell’automazione dei passaggi a livello. Un intervento, come detto, per il quale sono stati stanziati 86,5 milioni di euro.
Aumenta la sicurezza, e dunque la velocità massima consentita, anche su tutto il resto della rete delle Ferrovie del Sud Est. Uno dei tre interventi prevede l’installazione dello Scmt (Sistema di controllo marcia treno) e dell’Ertms (ovvero European Rail Traffic Management System): si tratta del sistema di gestione, controllo e protezione del traffico ferroviario. Mai più incidenti fra treni (la memoria va ancora alla tragedia di Bitonto): è l’obiettivo a cui tende l’intervento. L’Ertms non è altro che l’evoluzione dello Scmt con nuovi standard europei, ma la sostanza non cambia: previsto il cosiddetto segnalamento a bordo progettato allo scopo di sostituire i molteplici, e tra loro incompatibili, sistemi di circolazione e sicurezza allo scopo di garantire l’interoperabilità dei treni soprattutto sulle nuove reti ferroviarie ad alta velocità.
A parte i dettagli tecnici, il compito di Scmt ed Erts è sostanzialmente lo stesso: mantenere sotto vigilanza elettronica il comportamento del personale di macchina dei treni in base all’aspetto dei segnali ferroviari, alla velocità massima consentita sul tratto di linea che si percorre, alla velocità massima ammessa per quel treno stesso e ad altri parametri come, ad esempio, il grado di frenatura della linea o la capacità. Nel momento in cui l’agente di condotta porta il treno in una condizione di marcia non sicura, il sistema di controllo protegge la marcia del treno prima segnalando al personale di macchina la condizione di pericolo e, se non ci sono interventi degli agenti di condotta che eliminino le incongruenze, azionando automaticamente la frenatura di emergenza fino ad arrivare all’arresto del convoglio. Ma cosa significa, questo, nella pratica per la rete delle Ferrovie Sud Est? Che tutti i treni potranno viaggiare ad una velocità superiore ai 90 chilometri all’ora in tutta sicurezza. Senza, invece, nonostante l’elettrificazione delle linee le vetture avrebbero dovuto viaggiare a velocità molto più basse.
Infine, realizzazione di hub intermodali e riqualificazione delle stazioni. Ad essere coinvolte in questa operazione dal valore di 165 milioni di euro dovrebbero essere, almeno sul fronte dell’intermodalità, le stazioni di Bari, Martina Franca, Novoli, Lecce, Zollino, Maglie, Nardò e Gagliano-Leuca. L’inserimento di questi progetti nell’ambito del Pnrr, pur non arricchendo lo stanziamento già disponibile da prima del Piano, porta con sé un vantaggio innegabile: i tempi brevi di realizzazione. Tutte le opere, infatti, andranno concluse entro il 31 marzo 2026, pena la perdita dei fondi.

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