Norman Atlantic, per la difesa manca il nesso tra condotte e naufragio

Norman Atlantic, per la difesa manca il nesso tra condotte e naufragio
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 19:44 - Ultimo aggiornamento: 19:46

A quattro imputati per il naufragio del traghetto Norman Atlantic in Grecia sono state dimezzate le pene in appello, convertite poi in multe perché riguardanti reati colposi. Un altro, Dimosthenis Sotiropoulos, è stato invece assolto dal Tribunale del Pireo con sentenza diventata definitiva. 
Lo hanno fatto presente gli avvocati Mario Scopesi e Nicola Scognamillo, nel corso del processo per il disastro avvenuto a largo delle coste albanesi nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre 2014, che causò la morte di 31 persone e il ferimento di altre 64. Secondo i legali, la posizione di Ioanni Verdinoyannis, Pavlos Fantakis, Georgios Katsavenaki, Lazaros Chatzavramidis e dello stesso Sotiropoulos dovrebbe essere rivista in Italia proprio alla luce della decisione dei giudici greci.

La tesi

«Il principio secondo il quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso reato dopo una sentenza diventata definitiva è stato riconosciuto a livello di Unione europea con diverse norme – spiegano -.

Il Tribunale italiano dovrebbe verificare se i fatti contestati siano gli stessi, come noi riteniamo. E poi eventualmente dichiarare il non doversi procedere perché esiste già una sentenza diventata definitiva in Grecia». Verdinoyannis, rappresentante legale di Anek (la società noleggiatrice del traghetto Norman Atlantic), è accusato di naufragio e omicidio plurimo colposo con l’aggravante della colpa cosciente, per lui i pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano hanno chiesto nove anni di reclusione. Per Fantakis, supervisore a bordo della stessa azienda noleggiatrice, e Katsavenaki (legale rappresentante di Anek) la richiesta è di otto anni. Per Chatzavramidis, infine, la richiesta della Procura è di otto anni di reclusione. 

Nel corso dell’udienza i difensori hanno ricostruito le responsabilità di ognuno, chiedendone l’assoluzione. «Non esiste un nesso di causa ed effetto chiaro fra la condotta dei nostri assistiti e gli eventi che hanno portato al rogo e al conseguente naufragio del traghetto Norman Atlantic», hanno chiarito di fronte ai giudici. Katsavenaki è accusato di naufragio colposo di nave adibita a traporto passeggeri, omicidio colposo e lesioni colpose. «Non esiste prova che le criticità del traghetto evidenziate dall’accusa fossero conosciute e fossero state accettate dal nostro assistito», dice Scognamillo. All’imputato si contesta di aver consentito la partenza della nave in mancanza di un piano di carico, con il carico mal distribuito sul ponte quattro e nonostante condizioni meteo proibitive e un sistema anti incendio inadeguato. Su questo punto l’avvocato precisa che Katsavenaki «non aveva alcuna posizione di garanzia relativa al contratto di noleggio. Inoltre non è mai venuto a conoscenza di eventuali criticità perché il suo ruolo non era farsi carico della soluzione di quelle criticità supposte da pubblica accusa». Sarebbe da assolvere, secondo la difesa, anche Verdinoyannis. «Non ci sono state ingerenze dell’azienda noleggiatrice rispetto all’armamento della nave e all’utilizzazione pratica della stessa» precisa l’avvocato Scopesi.

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