Non passa lo straniero, goletta Coldiretti pro grano Italia

Non passa lo straniero, goletta Coldiretti pro grano Italia
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Martedì 9 Febbraio 2016, 20:09
ROMA, 9 FEB - All'arrembaggio oggi nel porto di Bari per difendere il grano nostrano dai cereali stranieri. "Il grano italiano rischia di scomparire": e' il grido di allarme della Coldiretti che ha promosso una manifestazione di protesta, con tanto di sit-in in goletta gialla - il colore dell'associazione agricola - che si e' avvicinata ad una nave cargo colma di grano, mais e soia prodotti oltreconfine. "E' fatto con grano straniero - afferma Coldiretti - un pacco di pasta su tre, come anche la meta' del pane in vendita in Italia, ma i consumatori non lo possono sapere perche' non e' obbligatorio indicare la provenienza in etichetta".

I prezzi del grano duro in Italia nel 2016, sottolinea la Coldiretti, nella regione del Tavoliere, il granaio d'Italia, "sono crollati in un anno del 31% con valori al di sotto dei costi di produzione che mettono a rischio il futuro della cerealicoltura. In un territorio di 2 milioni di ettari, il grano e' prodotto da 300 mila aziende agricole". Nel 2015 l'Italia, stima la Coldiretti, ha importato 4,8 milioni di tonnellate di frumento tenero che coprono circa la meta' del fabbisogno per la produzione di pane e biscotti, mentre sono 2,3 milioni le tonnellate di grano duro che arrivano dall'estero, che rappresentano il 40% del fabbisogno per la pasta. Secondo la Coldiretti, "e' il risultato di scelte poco lungimiranti fatte nel tempo da chi ha preferito fare acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da 'spacciare' come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la vera origine del grano impiegato".

In questo contesto "dobbiamo difendere il nostro grano, in particolare quello pugliese e quello lucano. Lo faremo con rispetto e con determinazione" incalza il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che oggi, nel porto di Bari, e' passato per portare il saluto della Regione Puglia all'iniziativa. Alla "battaglia navale" odierna, replica Aidepi, l'associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, ricordando che la produzione di grano italiano non e' sufficiente a soddisfare i volumi di pasta prodotti in Italia, essendo noto che dobbiamo approvvigionarci all'estero nella misura del 30% - 40% a seconda delle annate. Sulla pasta in particolare "non e' l'origine del grano - afferma l'industria - a determinare la qualita' del prodotto o il successo di un'azienda, ma il saper fare dell'azienda stessa. L'importazione di grano ha una radice storica: per ottenere un prodotto di qualita', fin dalla seconda meta' dell'800 utilizzavamo i migliori grani del mondo e miscelavamo semole diverse. La sicurezza del grano - conclude Aidepi - e' garantita dalla normativa Ue, da costanti controlli delle autorita' italiane, notoriamente tra le piu' attente ed efficienti in Europa e da numerosissimi controlli delle aziende pastaie. Sorprende che si insinuino dubbi sulla qualita' e sulla tracciabilita' del grano in arrivo al porto di Bari per sostenere battaglie ideologiche sull'indicazione in etichetta dell'origine delle materie prime, mettendo in dubbio in un sol colpo la qualita' della pasta che ogni giorno portiamo sulle tavole di tutto il mondo". (ANSA).
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