È morto questa mattina, stroncato da un malore, l’ex maresciallo della polizia municipale di Terlizzi, Gioacchino De Sario, il vigile urbano che scampò all’attentato compiuto nel 1993 davanti a Palazzo di Città. De Sario rimase ferito gravemente nell’esplosione dell’autobomba piazzata nei pressi del Comune, in piazza IV Novembre. In pensione da quattro anni, si è spento improvvisamente questa mattina, in Trentino, dove era in vacanza. Aveva 70 anni.
Chi era
A Terlizzi era considerato un’istituzione non solo per essere sopravvissuto ad un attentato dinamitardo ma anche e soprattutto per il suo garbo e per il suo impegno in prima linea a favore della sua comunità portato avanti con grande senso del dovere sia quando addosso aveva una divisa sia nella sua seconda vita da pensionato.
Tornando a quel 7 maggio del 1993, fu proprio il maresciallo Nino De Sario a compiere il controllo all’interno dell’auto che da un secondo all’altro sarebbe poi esplosa.
Il simbolo della Terlizzi migliore
De Sario fu sottoposto ad alcuni interventi chirurgici e per settimane lottò tra la vita e la morte. Resta il simbolo della Terlizzi migliore, il simbolo delle istituzioni negli anni avvolti dal terrore e dagli attentati in tutta Italia. Il consiglio comunale di Terlizzi era stato sciolto per infiltrazioni mafiose da appena qualche mese. E l’azione criminale di quel 7 maggio si verificò, in una triste coincidenza, venti giorni prima della strage di via dei Georgofili a Firenze (dove morirono proprio un vigile urbano e la sua famiglia) e dopo meno di un anno dagli attentati ai giudici Falcone e Borsellino. Ovviamente, mandanti e moventi completamenti diversi, ma la cappa di terrore che avvolgeva l’Italia in quegli anni era la stessa. In quel clima e in quella scia di sangue si inserì anche l’attentato di Terlizzi.