Natale spento nelle periferie, le lamentele dei negozianti: «Noi dimenticati, così pochi affari»

A nove giorni lo shopping da Carrassi al Libertà non decolla e i commercianti criticano: «Si è pensato ad animare solo le vie del centro»

Natale spento nelle periferie, le lamentele dei negozianti: «Noi dimenticati, così pochi affari»
di Adalisa MEI
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Giovedì 15 Dicembre 2022, 05:00

«Non sembra Natale». Sono tutti d’accordo i commercianti, soprattutto quelli di periferia: in città la tanto attesa corsa all’acquisto dei regali non è partita. Mancano solo nove giorni, ma lo shopping natalizio non è quindi per nulla decollato.

Qualche accenno di aria di festa, in termini di vendite, si è respirata lo scorso week end, quando i baresi hanno affollato le strade principali del centro murattiano. Appunto del centro. Quelli che infatti più lamentano vendite scarse sono i negozianti dei quartieri che si definiscono loro stessi «dimenticati» dall’amministrazione comunale. Si tratta di un sentimento unanime: «Noi siamo considerati di serie B», dicono tutti riferendosi ai colleghi del centro trattati invece come negozi di serie A. Secondo quanto ci racconta chi i quartieri li vive: in periferia cammina poca gente e le luminarie sono poche e tra l’altro pagate dagli stessi commercianti.

Poca aria natalizia

Si respira poca aria natalizia insomma. I titolari dei negozi di periferia si sentono quindi penalizzati, trascurati e tagliati dal resto della città “importante”, rappresentata dalle vie dello shopping del centro murattiano. «Bari - ci raccontano - è soltanto tre strade del centro, poi tutto il resto non conta».

Esprime infatti tutto il suo disappunto Gennaro Lepenne, titolare di un negozio di calzature in via Giulio Petroni, del quartiere Poggiofranco: «Le vendite non sono partite per niente - ci racconta - si pensa soltanto ad abbellire le strade del centro con luminarie bellissime, mentre da noi non cammina nessuno. Noi commercianti di periferia siamo esasperati. Da questa mattina (ieri, per chi legge ndr) non ho venduto un paio di scarpe. Bisogna che il sindaco intervenga - commenta Lepenne - e faccia qualcosa per le nostre zone. Altrimenti dopo questo mese sarò costretto a chiudere. Rimanere aperti per non vendere e avere i magazzini pieni di merce ci addolora. E sicuramente non sono l’unico, tanti miei colleghi si trovano nella mia stessa situazione».

Le lamentele

La brutta aria che si respira nei quartieri di periferia viene confermata anche da Giuseppe Ferrante, titolare di un negozio di calzature in via Giovanni XXIII, del rione Carrassi. «Il sindaco si occupa solo dal centro - lamenta - capisco che via Sparano rappresenta il fiore all’occhiello della nostra città, ma noi chi siamo allora? La nostra periferia è totalmente abbandonata». Ferrante ci spiega come le sue vendite dello scorso week end non sono state per nulla soddisfacenti: «Mentre domenica scorsa il centro era preso d’assalto dai baresi, in periferia non c’era nessuno e nel pomeriggio dalle 16 alle 20,30 sono riuscito a vendere un paio di scarpe e due sciarpe. Ma circola poca gente, perché non c’è alcuna attrattiva. E noi - chiarisce ancora- abbiamo gli stessi costi dei negozi del centro. Siamo anni che combattiamo per far sentire la nostra voce. Io sfido chiunque a stare all’interno di una attività commerciale e non vendere, sapendo che bisogna rispettare le scadenze di fine mese».

Tra l’altro come ricorda lo stesso Ferrante, la stagione invernale a Bari, a causa delle alte temperature registrate, è partita in notevole ritardo. «La gente ora aspetta i saldi per comprare vestiti e scarpe - dice. E questo è anche un problema che stiamo cercando di affrontare, ma anche in questo caso nessuno ci ascolta». «Si lavora a fase alterne - chiarisce invece Domenico Tarantini, presidente dell’associazione La Formica - le vendite sono partite a rilento. Ovviamente si è lavorato soprattutto nel corso dello scorso weekend. Ma non sembra un periodo natalizio. Sembra di essere a febbraio. Le vendite sono quindi regolari, senza nessun grande movimento e ciò che ho notato è che si comprano soltanto piccoli regalini». Si regala quindi cose utili come libri o qualche piccolo accessorio. Nulla di più.

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