È morta a Bari Chiara Samugheo, la fotografa delle dive

È morta a Bari Chiara Samugheo, la fotografa delle dive
È morta a Bari Chiara Samugheo, la fotografa delle dive
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Giovedì 13 Gennaio 2022, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 20:11

Chiara Samugheo, grande fotografa delle dive negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, si è spenta a Bari. Da Liz Taylor a Monica Vitti, da Shirley MacLane a Sophia Loren, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida: nel suo obiettivo sono state immortalate alcune tra le più grandi personalità dello spettacolo e del cinema.

Una vita da artista

Nata a Bari il 25 marzo 1935 (ma in molti sostengono che fosse del '25: la sua data di nascita è stato uno dei segreti meglio conservati della sua vita), vero nome Chiara Paparella, era tornata nel capoluogo pugliese al termine di una intensissima vita professionale trascorsa tra Milano, Roma e Nizza, amica di giornalisti e intellettuali, da Enzo Biagi a Pierpaolo Pasolini, da Alberto Moravia a Giorgio Strehler.

Fu il giornalista Pasquale Prunas, a lungo suo compagno di vita, a consigliarle di prendere un nome d'arte scegliendo per lei quello di un villaggio sardo. L'approdo alla fotografia per il cinema dopo un primo periodo dedicato alla cronaca e a reportage sociali. Poi il successo che l'ha portata a firmare le copertine delle grandi riviste internazionali e ad affermarsi come la prima fotografa professionista italiana.

Quello che la differenzia dai suoi colleghi è la capacità di creare con il suo soggetto un dialogo e una profonda intimità, facendoli trapelare dalle sue fotografie. 

Decaro: «Paese orfano di anima eclettica»

«La scomparsa di Chiara Paparella, in arte Samugheo, lascia questo Paese orfano di una grande fotografa, di un'anima eclettica e di una donna che ha fatto dell'emancipazione e delle sue passioni una bandiera di vita, tanto da lasciare Bari, la sua città natale, giovanissima, per inseguire i suoi sogni».

Lo dice Antonio Decaro, sindaco di Bari, commentando la morte della celebre fotografa. «Forse questa città, la sua città - dice Decaro - , non ha saputo darle il riconoscimento che meritava dopo una vita in cui, complici la sua sensibilità e un utilizzo sapiente della luce, è riuscita a cogliere nei suoi scatti tanto la forza e la potenza degli ultimì quanto l'essenza di personaggi destinati a diventare leggendari. Grazie al suo talento è riuscita a imporsi e far conoscere il suo nome in Italia e in tutto il mondo, che oggi la ricorda e le rende omaggio».

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