Incendio nell'immobile comunale abbandonato da anni: era pieno di rifiuti

Incendio nell'immobile comunale abbandonato da anni: era pieno di rifiuti
di Nicola MICCIONE
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Sabato 17 Dicembre 2022, 20:58 - Ultimo aggiornamento: 21:02

In fiamme un’immobile comunale a pochi passi da un bene confiscato alla criminalità organizzata. L’incendio, nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, è divampato all’interno di un edificio ubicato in vico II Sant’Alfonso, da anni abbandonato e trasformato in una discarica abusiva, secondo la denuncia social di un cittadino, Giuseppe Valente, che ha posto ancora una volta l’accento sull’emergenza sicurezza a Molfetta.

Il post sui social


«Non solo furti d’auto, anche un incendio - ha detto in un video postato sul proprio profilo Facebook -. Dei balordi, tempo addietro, hanno aperto un piccolo pertugio di quest’immobile comunale ormai murato da quarant’anni - ha detto indicando una piccola finestra laterale dello stabile - e hanno lanciato all’interno l’immondizia». La solita mano ignota, poi, ha deciso di dare fuoco a quei rifiuti.

Chiaramente i cumuli di spazzatura, i bustoni di indifferenziato, i contenitori di plastica e carta hanno permesso alle fiamme, domate dai vigili del fuoco, di espandersi con grande velocità, arrivando poi ad annerire quasi per intero la facciata dello stabile, mentre del rogo è stata allertata la Polizia locale.

Origine dolosa?

Quanto all’origine delle fiamme, difficile credere a forme di autocombustione. Non è improbabile che qualcuno abbia innescato tutto quanto per fare “pulizia”. Tra le varie ipotesi sull’origine dell’incendio c’è anche e soprattutto quella dolosa: gli investigatori stanno continuando nei rilievi per capire se, come sembra plausibile, sia stato qualcuno ad originare il fuoco. L’area, intanto, che sorge a pochi passi dall’immobile di vico I Sant’Alfonso, nel 1995 confiscato alla criminalità organizzata e dal 2001 trasferito al patrimonio indisponibile comunale per finalità sociali, è stata delimitata con il nastro biancorosso. «Ma vico II Sant’Alfonso - ha detto ancora Valente nel suo video - è una strada dimenticata da tutti, dimenticata anche da Dio e soprattutto dalle istituzioni di Molfetta. In queste zone ci vivono le persone, ma purtroppo la sicurezza latita» anche perché alcuni lampioni sono stati spenti per risparmiare. La riduzione dell’illuminazione pubblica - in realtà si chiama razionalizzazione - è un dato di fatto in città. «Io, però, mi vergogno di Molfetta - ha concluso nel suo sfogo -, non di essere molfettese». In quella stessa zona, inoltre, sabato scorso un banale incidente stradale si è trasformato in un’azione di violenza inaudita, in cui un 50enne ha avuto la peggio: è stato condotto in ospedale con la frattura scomposta dell’omero sinistro. «Ero fermo in via Immacolata - ha raccontato il ferito - quando ad un tratto l’auto che mi precedeva, dopo aver frenato, ha innestato la retromarcia e mi ha colpito». Una manovra pericolosa, tanto da danneggiare entrambi i mezzi, sfociata in un’aggressione. L’uomo, infatti, dopo aver provocato il lieve sinistro, senza nemmeno fornire una singola motivazione, l’avrebbe aggredito di sorpresa, con «sette, otto pugni» in volto. Non solo. Avrebbe anche rincarato la dose «con delle ginocchiate in faccia» e poi gli avrebbe «sbattuto ripetutamente la testa contro il muro», prima di accanirsi su di lui quando era ormai inerme a terra, dove «mi ha rotto il braccio», per poi allontanarsi dalla scena. E ora i carabinieri sono a caccia dell’aggressore.
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