Minori e reati, per il procuratore De Salvatore non c'è un allarme baby gang

Minori e reati, per il procuratore De Salvatore non c'è un allarme baby gang
di Elga MONTANI
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Giovedì 7 Luglio 2022, 08:26

A Bari i dati sembrano parlare di una situazione allarmante, per quanto riguarda i minori e i reati penali da loro commessi. Il capo del Tribunale per i minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore, spiega l'attuale situazione sul territorio.
Stando al report del ministero, Bari è terza per numero di minori presi in carico per reati penali. Cosa dicono questi dati?
«I numeri da soli lasciano il tempo che trovano. Ci sono diversi tipi di reati, da quelli connessi all'uso di sostanze stupefacenti, numerosi in tutto il territorio del distretto, che comprende le province di Bari, Bat e Foggia, a quelli particolarmente gravi come estorsioni e rapine e reati contro la persona, diffusi nell'area della provincia di Foggia. Questi ultimi destano particolare allarme sociale per l'aggressività che denotano, per le modalità con cui sono commessi e per il fatto che spesso sono commessi con persone maggiorenni, il che potrebbe, in alcuni casi, far pensare a una certa contiguità con organizzazioni malavitose».


Cosa può dirci in merito alla situazione nell'area di Bari?
«In provincia di Bari abbiamo più reati connessi all'uso delle sostanze stupefacenti e reati trasversali, commessi per procurarsi il denaro per procurarsi le sostanze.

Oltre ad una serie di reati contro la persona, in particolare a Bari, commessi da minori in danno di altri minori. Parlo di piccole rapine, anche se io non le definirei piccole, perché una rapina è sempre una rapina, a prescindere dall'oggetto, in quanto è un reato che si consuma con una violenza sulla persona».

Ferruccio De Salvatore


Qualche tempo fa, ci disse che non si poteva parlare di baby gang a Bari, è ancora così? O è cambiato qualcosa?
«Un allarme baby gang a Bari, a mio parere, al momento non c'è. Nel senso che mancano, dal punto di vista probatorio, gli elementi che ci consentono di ritenere che determinati reati sono commessi dalle stesse persone con consequenzialità. Non c'è la stabilità della baby gang, sia in riferimento alle persone che all'oggetto del reato. Ma non bisogna abbassare la guardia e continuare le verifiche, incrociare il tipo di reati che vengono commessi per vedere da chi vengono commessi e se sono commessi dalle stesse persone. Un conto è il sospetto, un altro il dato probatorio».


Cosa sta succedendo a Bari? Perché avvengono questo tipo di reati e di situazioni che coinvolgono spesso i minori?
«Questo tipo di reati è comune un po' dappertutto, non si tratta soltanto della città di Bari ed è legato ad un problema innanzitutto educativo. I reati di minorenni in danno di minorenni ci sono ovunque, è un problema che va affrontato con un'attività di prevenzione energica. Da un lato bisogna agire sul campo, e su questo posso dire che le nostre forze dell'ordine svolgono tale compito con molto impegno, controllando costantemente il territorio. E dall'altro lato, si deve lavorare sulla prevenzione, attraverso l'individuazione degli indici di rischio, che possono essere indici da individuarsi all'interno di situazioni familiari dove vi è un basso livello di cultura della legalità. Bisogna individuare tali situazioni e intervenire a tutti i livelli, in ambito scolastico e anche al di fuori della scuola. Su Bari lavoriamo molto con il nostro ufficio Pronto Intervento Minori, cercando di intervenire con una presa in carico del nucleo familiare. I servizi sociali elaborano progetti che possano avere un ruolo educativo, al rispetto delle regole, e di prevenzione».
Quasi sempre si parla delle vittime, e poco di chi si macchia di certi reati. Cosa si può e si deve fare per recuperare un minore entrato nel circuito penale?
«Io ho sempre detto che quando processiamo penalmente un minore, processiamo noi stessi e l'intera società. La società si deve mettere in discussione e operare proprio sul minore in termini di prevenzione. La prevenzione va fatta innanzitutto al di fuori del processo, prima che il minore entri nel circuito penale. Una volta che questo accade tutto è più difficile, ma niente è perduto. Il processo penale e minorile è un processo che permette la presa in carico del minore cercando di coniugare la punizione, laddove necessaria, con il recupero. Ci sono tutta una serie di istituti finalizzati a questo, che hanno come obiettivo quello di recuperare il minore cercando di non schiacciare il ragazzo che ha sbagliato sotto il peso della propria colpa. Ciò che si vuole è fargli capire quello che è stato l'errore, il minore deve comprendere il disvalore sociale dei suoi atti».

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