Luciana morta nel suo alloggio: la famiglia non crede al suicidio. E si riapre il caso

Luciana morta nel suo alloggio: la famiglia non crede al suicidio. E si riapre il caso
di Maria Carmela TOSCANO
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Sabato 28 Maggio 2022, 08:10

«Era una donna solare e piena di vita, merita verità e giustizia». È il grido di dolore dei familiari di Luciana Ranieri, 36enne trovata morta nella sua abitazione, a Palo del Colle, il 10 novembre 2021, dal suo ex marito. Non ci si può rassegnare all'idea che abbia voluto togliersi la vita senza mai mostrare segni di malessere, non si può accettare la richiesta di archiviazione del caso senza approfondire le indagini. Ci sarebbero ancora molte ombre sulla morte della 36enne, perciò si tornerà a fare luce sull'accaduto il prossimo 20 giugno, nell'udienza fissata dinanzi al giudice Rossana De Cristofaro. La Procura di Bari ha accolto la richiesta dell'avvocato Roberto Loizzo di discutere su alcune evidenze mostrate nel suo atto di opposizione all'archiviazione del caso, depositato il 31 gennaio scorso, per verificare se Luciana non sia stata piuttosto indotta a togliersi la vita.

La memoria del legale


Nella lunga memoria presentata dal legale è stata contestata la decisione frettolosa del pm Manfredi Dini Ciacci di non disporre l'autopsia, di non aver effettuato accertamenti tecnici sul pc e sul telefono della vittima. Potrebbero essere utili, invece, a rinvenire elementi importanti per valutare quanto ha vissuto la donna nelle ultime settimane prima del decesso.
Luciana era separata dal marito da due anni, con il quale aveva avuto due figli (di 11 e 7 anni), ma il loro rapporto era piuttosto burrascoso. La gelosia dell'uomo, che pare non avesse accettato la fine della loro storia d'amore, sarebbe sfociata in diversi litigi e aggressioni verbali: l'ultima si sarebbe verificata poche ore prima del tragico accaduto. Avrebbe raggiunto la donna in un bar di Palo del Colle, lasciando da soli i loro figli. Non facendosi bastare gli insistenti messaggi, l'uomo pare fosse preoccupato per lei.

Sul posto, l'avrebbe accusata di averlo preso in giro per la presenza di altri uomini con lei e non solo della sua amica Giusy.

Le testimonianze

Su questa e altre aggressioni, ci sarebbero testimonianze nei verbali di alcune persone ascoltate dai carabinieri e, soprattutto, in quello dell'amica, alla quale, al termine dell'ultima serata passata insieme, aveva scritto fino alle due e un quarto di notte, dicendole di stare tranquilla nei momenti in cui teoricamente aveva già deciso di togliersi la vita. Il decesso sarebbe avvenuto tra 1:30 e 5:30 del mattino. Ci si chiede che cosa abbia spinto Luciana a dire basta, a dire addio ai suoi amati figli senza lasciare neppure un bigliettino. Ci sarebbero, secondo il legale, ancora altri testimoni da ascoltare, come la titolare dell'azienda in cui lavorava o un'altra sua amica. Sarebbe importante anche rivalutare le dinamiche del decesso. Il corpo della donna è stato ritrovato riverso con i piedi sotto il letto della camera dei figli, con i quali progettava ancora viaggi e momenti di vita. È morta soffocata dalla cintura di un accappatoio.
Secondo i carabinieri - allertati dal marito, che, ritrovato il corpo dell'ex moglie, avrebbe avvertito anche i suoi familiari e i vicini di casa -, la scena della morte è stata alterata prima del loro arrivo. L'ex marito solo dopo un'ora dal rinvenimento del corpo avrebbe chiamato i soccorsi. Non si conoscono i motivi di tanta attesa e del suo essere lì quella mattina. Pare anche che la distanza dal luogo dell'impiccagione e il punto dal quale Luciana si sarebbe buttata sia davvero minimo. È difficile che la donna non abbia provato a salvarsi o che non vi siano escoriazioni sul suo corpo per l'impatto con il letto. Non sarebbe bastata la ricognizione esterna del cadavere a dare risposte più precise.
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