«Il 25 aprile è un appuntamento con la storia, la storia di un popolo che ha resistito e ha sconfitto il fascismo. I rappresentanti delle istituzioni italiane devono ricordare e celebrare questa giornata non come una festa di parte, ma come una festa di tutti. La festa di un paese libero e unito in cui le forze armate sono un presidio di pace e democrazia»: così il sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro, presente al Sacrario militare dei Caduti d'oltremare per le celebrazioni della Festa della Liberazione. «Dobbiamo riconoscere i semi dell'odio che ritorna con le bombe in Europa, con le parole che opprimono, con leggi che discriminano. Nel nostro 25 aprile rinnoviamo il nostro appello alla pace, a praticarla con coraggio, a interrompere le ostilità, a ritirare le truppe d'invasione in Ucraina. Festeggiamo tutti i 25 aprile, quelli di ieri e quelli di oggi, conservando il ricordo di cos'è stata la guerra. Non per un semplice esercizio, ma perché sia una pratica quotidiana di quello che ci ha insegnato la Resistenza».
Anpi: la Resistenza è cominciata qui
«La resistenza è cominciata nelle regioni meridionali. Già il 9 settembre 1943, un giorno dopo l'armistizio e con l'inizio della sanguinosa ritirata delle truppe naziste, il porto di Bari fu salvato dalla distruzione grazie all'iniziativa del generale Nicolò Bellomo. E nella città vecchia furono i ragazzi, i soldati, i marinai, i civili a resistere ai tedeschi. Ma anche a Bitetto, Barletta, e in altri centri pugliesi furono in tanti a donare la vita per combattere contro gli invasori». Lo ha detto Pasquale Martino, presidente del comitato provinciale dell'Anpi Bari, al Sacrario militare dei caduti d'Oltremare. «Prima ancora dell'insurrezione militare di Matera e Napoli, la resistenza ha aggiunto - è cominciata nelle nostre terre, che ne hanno preso parte per prime.
Sisto: antifascismo valore fondamentale
La libertà è una condizione irrinunciabile che le istituzioni hanno il dovere di coltivare quotidianamente, perché è stata conquistata a caro prezzo. Per questo, chi ne fa parte deve essere il testimone costante dei valori incardinati nella Costituzione, scrivendo leggi che siano rispettose dei sacrifici fatti per ottenerli»: è la riflessione del viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, al Sacrario dei Caduti d'Oltremare. «I valori di riferimento - prosegue Sisto - sono quelli scritti nella nostra carta fondamentale: lavoro, libertà, uguaglianza, antifascismo. La XXII disposizione transitoria e finale, che impone il divieto di ricostituzione del partito fascista, è un punto ineliminabile della nostra storia che ha reso il 25 aprile una festa eterna». Anche Sisto, come Decaro prima di lui, ha paragonato la resistenza italiana a quella che sta vivendo il popolo ucraino: «Celebriamo una festa attuale per chi oggi resiste all'invasore. In questa giornata dobbiamo respirare a pieni polmoni la libertà che ci è stata concessa dopo tanti sacrifici. Difendiamola tutti, sotto i colori di una bandiera che unisce e che non può mai dividere».
Emiliano: troppe polemiche sulla Liberazione
Il governatore regionale Michele Emiliano, anche lui presente alle celebrazioni baresi, si riallaccia alle polemiche di questi giorni: «In Italia sono state sprecate troppe parole sul 25 aprile, e ne sono servite altrettante per celebrare questa festa adeguatamente. Non esistono polemiche simili per feste religiose o per il 2 giugno. Mi auguro che la Liberazione, con il passare del tempo e rassegnandosi tutti all'evidenza e ai fatti della storia, possa essere considerata con merito la festa di tutti gli italiani che non si sono arresi al nazifascismo».