Giovanni XXIII e le morti sospette a Cardiochirurgia: dieci indagati, ci sono anche i dirigenti

I reati ipotizzati dalla pm Toscani vanno dall’omicidio colposo a omissione

Giovanni XXIII e le morti sospette a Cardiochirurgia: dieci indagati, ci sono anche i dirigenti
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Venerdì 17 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:29

Sui presunti decessi sospetti a Cardiochirurgia ci sono i primi dieci indagati. La Procura ha notificato una richiesta di proroga delle indagini e nell’elenco compaiono i nomi di medici e dirigenti: nel dettaglio sei persone sono accusate di abuso e omissione di atti di ufficio; quattro medici invece di omicidio colposo. Il fascicolo è coordinato dalla pm Savina Toscani.

Intanto, è stata finalmente inviata, seppur solo in parte, la documentazione richiesta dal Nirs per poter accertare gli eventuali casi di morti sospette al Giovanni XXIII. Ma dal verbale di Natale Cavallo - l’ispettore che ha preso il posto del suo coordinatore, l’avvocato Antonio La Scala, astenutosi perché, nel medesimo procedimento penale instaurato presso la Procura della Repubblica di Bari, difende due dirigenti indagati - «non si evince in maniera chiara e univoca», si legge nel documento invitato alla giunta regionale guidata da Michele Emiliano, l’esistenza di protocolli sanitari sull’esecuzione dei tamponi «per la gestione delle infezioni ospedaliere» come quelle che avrebbero causato sei decessi sui quali la magistratura vuol vederci chiaro. 

I casi nel pediatrico

Nel pediatrico barese di via Amendola, dove gli interventi chirurgici sono stati sospesi a causa della «perdurante carenza - questa è la versione ufficiale - di personale sanitario e l’estrema difficoltà nel reclutamento di professionisti adeguatamente formati nell’area pediatrica» e dove durante gli ultimi quattro anni sono state registrate almeno sei morti sospette a seguito di infezione da klebsiella e stafilococco di pazienti in età pediatrica, la sospensione delle operazioni al cuore - durante il 2022 ne sono state effettuate solo quattro - deriverebbe, invece, dal «clima di metus creato da alcuni direttori con procedure disciplinari attivate nei confronti del detto personale - si legge nel documento - costretto ad allontanarsi per vari motivi dal luogo di lavoro».

Ci sarebbe tutto questo, secondo l’ipotesi al vaglio della Procura della Repubblica di Bari, dietro al caos che lo scorso 16 gennaio, su richiesta della direzione medica dell’unità operativa guidata dal dottor Livio Melpignano, ha portato il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore, d’intesa con la direttrice sanitaria Rosa Porfido - per la seconda volta in tre anni -, a disporre la sospensione dell’attività di cardiochirurgia pediatrica della struttura, un’unità operativa con 10 posti letto, diretta dal primario Gabriele Scalzo. 

La relazione

Attraverso i documenti richiesti, e solo in parte ricevuti, dalla direzione sanitaria del Policlinico, gli ispettori regionali vogliono capire quali sono - e se sono stati rispettati - i protocolli sanitari in merito all’esecuzione dei tamponi per la klebsiella pneumoniae (un patogeno che normalmente colonizza l’apparato gastrointestinale umano) e lo stafilococco (un batterio che provoca frequentemente infezioni cutanee) sui piccoli degenti, e i loro familiari, in cura al pediatrico Giovanni XXIII. Altri controlli, sempre sui protocolli sanitari all’interno della cardiochirurgia pediatrica, riguardano la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (Ica), le infezioni acquisite che costituiscono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria, e quelle del sito chirurgico (Isc), ovvero un’infezione che si verifica dopo un intervento chirurgico nella sede del corpo sottoposta a chirurgia. Gli ispettori, infine, vogliono conoscere il numero di pazienti in età pediatrica deceduti dal 2016 al 2022 dopo essere transitati dalla terapia intensiva alla cardiochirurgia pediatrica e gli atti di eventuali audit e indagini interne sullo stesso reparto svolte negli ultimi sei anni. La relazione ispettiva finale, salvo imprevisti, sarà completata entro due mesi.

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