Escort, la difesa: «Lavitola non pagò Giampi per mentire»

Escort, la difesa: «Lavitola non pagò Giampi per mentire»
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Mercoledì 25 Ottobre 2017, 17:56 - Ultimo aggiornamento: 18:31
Valter Lavitola non poteva sapere che il denaro che per suo tramite Silvio Berlusconi dava a Gianpaolo Tarantini fosse diretto a condizionare le dichiarazioni dell'imprenditore barese sulle escort. È quanto ha sostenuto il difensore di Lavitola, l'avvocato Sergio Cola, nell'udienza preliminare che si sta celebrando a Bari in cui Lavitola e Berlusconi rispondono di induzione a mentire. L'avvocato Cola, chiedendo il proscioglimento del suo assistito «perché il fatto non sussiste», ha inoltre sostenuto che nei confronti di Lavitola il reato non può essere configurato perché, al momento della presunta induzione con le dazioni di denaro, Tarantini non era stato ancora convocato dai magistrati per rendere interrogatorio. A Lavitola, infatti, non si contesta un presunto condizionamento relativo agli interrogatori resi nel 2009 dall'imprenditore barese nelle indagini sulle escort (come invece si contesta a Berlusconi), ma quelli successivi all'estate 2010. «Presupposto del reato - ha spiegato il legale - è infatti che ci sia stata una convocazione per rendere interrogatorio prima della presunta induzione». L'avvocato Arturo Cola, l'altro difensore di Lavitola che oggi in udienza ha sostituito Marianna Febbraio, ha inoltre riproposto la questione della competenza territoriale, chiedendo che il processo venga trasferito a Napoli. Nella prossima udienza del 20 novembre discuteranno in udienza preliminare gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto. In quella data il gup Rosa Anna Depalo scioglierà la riserva sulla questione della competenza e deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Bari. Stando all'ipotesi accusatoria Berlusconi, per il tramite di Lavitola, avrebbe pagato Tarantini, fornendogli avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro in denaro, perché mentisse ai magistrati baresi sulle escort portate nelle residenze estive dell'ex premier fra il 2008 e il 2009.
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