Dramma a Monopoli: 13enne senza ritrovata dalla madre nel bagno di casa. Ipotesi bullismo

Si stanno scandagliando i gruppi WhatsApp sul telefono dove potrebbe essere stata presa di mira da altri ragazzini

Dramma a Monopoli: 13enne senza ritrovata dalla madre nel bagno di casa. Ipotesi bullismo
di Alfonso SPAGNULO
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Domenica 20 Novembre 2022, 23:29 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 17:00

Si toglie la vita a 13 anni. Choc a Monopoli, in provincia di Bari, dove una ragazzina si è suicidata: a trovare il corpo senza vita, nel bagno dell'abitazione dove viveva, è stata la madre della 13enne. Sul posto i carabinieri della locale stazione: si indaga per comprendere quali possano essere stati i motivi all'origine del drammatico gesto. Non è esclusa, per il momento, l'ipotesi del bullismo.

La ricostruzione dei fatti

Una tragedia che ha gettato nello sgomento l’intera città di Monopoli quella avvenuta nella serata di ieri in pieno centro cittadino. Una 13enne si è tolta la vita nel bagno della propria abitazione.

A trovare il corpo è stata la mamma della ragazzina. Scattato l’allarme, sul posto è arrivata immediatamente un’ambulanza del 118, ma i sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso della giovanissima. 


A quel punto sono stati allertati i carabinieri che hanno subito avviato le indagini per capire cosa possa aver provocato l’estremo gesto. I militari dell’Arma cercheranno probabilmente anche nella memoria dello smartphone della 13enne se ci siano indizi che possano ricondurre alla verità. Analizzeranno i social che frequentava la piccola, le sue chat. Chat che potrebbero essere legate, oppure no, con la morte della ragazzina, poco più che una bambina. Un suicidio che ha straziato una famiglia e sconvolto una città. Che si interroga, alla ricerca di un perché. 


Ci sono gli investigatori ora per dissipare i nodi del dolore, maturato in silenzio nell’anima di un’adolescente normale, sorridente, affettuosa con il fratellino raccontano alcuni conoscenti. E per capire se sia stato un episodio specifico a far maturare nella mente della tredicenne l’insano gesto o se il malessere sia montato, giorno per giorno, a causa di situazioni quotidiane che non riusciva ad affrontare. Quello che al momento emerge è il contesto di una famiglia normale ora distrutta dal dolore.

I controlli sul telefono cellulare


L’attenzione degli inquirenti è concentrata su diversi fronti, per capire se la ragazzina sia stata oggetto di insulti nelle chat su Whatsapp con amici e compagni di scuola e sui social che frequentava, per capire se qualcuno l’abbia tanto turbata da farle perdere la serenità, spingendola a togliersi la vita. 
Non è dato sapere se la piccola abbia lasciato qualche biglietto. Così come oggi si potrebbe sapere se il pm di turno aprirà o meno un fascicolo per istigazione al suicidio. Si tratta di un fatto puramente tecnico, necessario per svolgere gli accertamenti su telefonini e pc. Lo stesso magistrato dovrà decidere o meno se effettuare l’autopsia sul corpo della ragazzina, anche se sono chiare le cause della morte.  Probabilmente potrebbe bastare la ricognizione cadaverica effettuata nella serata di ieri.

Le indagini

Ai carabinieri il compito, nelle prossime ore, di raccogliere le testimonianze di amici e compagni di scuola della tredicenne. Anche in questi ambienti potrebbero esserci verità.
Spesso anche gesti involontari, da ragazzini, possono colpire la sensibilità quando si è così giovani. Basti pensare a quanto accaduto poco più di un anno fa a Bari quando un bambino di 9 anni si tolse la vita e sotto accusa finirono alcuni giochi online, tanto che la Procura chiese una rogatoria internazionale per avere da Youtube la cronologia dei video visionati dal bambino che confessò ad alcuni suoi amichetti di avere paura. 
Ma questa sembra essere un’altra storia che nulla ha che fare con la 13enne monopolitana. L’unica cosa certa è che in una domenica piovosa l’urlo della mamma, confuso con il suono delle sirene, ha cristallizzato, in un attimo terribile, una tragedia senza senso. Se emergesse davvero il bullismo come causa del gesto la sconfitta sarebbe di tutti, nessuno escluso.
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